giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

La lunga commozione del pm Pradella al processo S. Rita

Anche i pm si commuovono. E se si spezza la voce a una ‘dura’ che fa questo mestiere da 28 anni, alcuni dei quali trascorsi sotto scorta, e che ha indagato su piazza Fontana e vari terrorismi, forse è giusto spiegare perché. Grazia Pradella ha chiesto, crediamo per la prima volta in Italia, di condannare all’ergastolo due medici per avere ucciso i loro pazienti non per sbaglio ma per rincorrere potere e denaro. Sono Pier Paolo Brega Massone e Fabio Presicci, i due chirurghi dal bisturi disinvolto che operavano alla casa di cura Santa Rita, meglio nota come ‘clinica negli orrori’ (copyright non giornalistico, ma di un intercettato).

Pradella ha pregato i giudici della Corte d’Assise di perdonare la sua commozione e, verso la fine del suo intervento, quando ormai aveva sviscerato per sette ore decine di cartelle cliniche, si è lasciata andare a una lunga ‘appendice personale’ che di rado capita di sentire in un’aula di giustizia. Continua a leggere

Oggi le baby-squillo, una volta i coniugi Mussolini tenevano famiglia

Vizi privati e pubbliche virtù. A Roma un’indagine approfondisce i rapporti tra Mauro Floriani in Mussolini e un paio di baby squillo alla quali l’ex capitano della guardia di finanza aveva telefonato. “Senza avere rapporti con loro”, dice Floriani che tanti anni fa al palazzo di giustizia di Milano era uno che contava nella squadra di polizia giudiziaria agli ordini del sostituto procuratore Antonio Di Pietro, allora uomo simbolo di Mani pulite e dell’intera categoria togata.

Un bel giorno Floriani lasciò la gdf. Per andare dove? A lavorare come manager delle Ferrovie nelle mani di Lorenzo Necci sul quale aveva indagato fino a poche ore prima. La nipote del duce cercò di tagliare la testa al toro delle polemiche riguardanti quantomeno l’ineleganza del passaggio con parole rimaste famose: “Teniamo famiglia”. Amen, insomma, erano tempi duri per criticare tutto quello che girava intorno a Tonino da Montenero di Bisaccia.

Poi saltarono fuori 70 milioni di lire arrivati a Floriani dal banchiere Pierfrancesco Pacini Battaglia, quello che intercettato al telefono diceva a un avvocato: “Di Pietro e Lucibello mi hanno sbancato, si pagò per uscire da Mani pulite”. “Millanterie” deciderà anni dopo un gip di Brescia. E i 70 milioni? La signora nipote ci mise una pezza spiegando che si trattava di un finanziamento per la sua campagna elettorale. Non c’erano riscontri. Ma nessuno approfondì la questione. Intorno a Di Pietro e ai suoi collaboratori la procura di Milano aveva messo il filo spinato. Floriani continuò indisturbato la sua carriera di manager pagato profumatamente e a tenere famiglia. Ora a Roma lo indagano con il sospetto di un vizietto privato per prostituzione minorile. Manco fosse Berlusconi. E di mezzo non c’è la nipote di nessun capo estero. C’è solo la nipote, nu poco ‘ncazzata, di un ex premier nostrano, un altro cavaliere, Benito Mussolini (frank cimini)

 

Madre arrestata per triplice infanticidio
intanto Alfano promette: inseguiremo l’assassino

E’ evidente, ahinoi. Il ministro dell’Interno Alfano non ci legge. Avvisatelo! Angelino, leggi giustiziami.it che ti dà le dritte giuste.

Umilmente, per il bene degli investigatori di cui è il capo dicastero ma soprattutto per il suo bene, avevamo già provato a dargli un piccolo consiglio che potremmo sintetizzare così: non commentare, non annunciare, evita i proclami, se le indagini in corso, altrimenti rischi di fare un pasticcio (leggi qui e qui). In questo caso, pasticci da fare non ce n’erano più, ma la figuraccia, quella sì, c’è stata, e si sarebbe potuta evitare.

A Lecco una madre uccide tre figlie piccole, “una tragedia immane” avranno a dire i telegiornali, e in effetti lo è. Una storia orrenda e dolorosa. Succede tutto di mattina presto, la donna uccide le figlie piccolissime, a coltellate, poi si presenta da un vicino sporca di sangue. I carabinieri arrivano immediatamente, com’è logico. La signora viene portata in ospedale perché si è ferita tentando il suicidio dopo il delitto. E lì confesserà davanti agli investigatori e a una giovane sostituto procuratore. Già di primo mattino, le indicazioni ai giornalisti sono chiare: la pista è quella lì, “sarebbe stata” la madre, il perché è tutto da capire ma non c’è altra direzione seria in cui indagare. Certo, il padre delle bambine, anche lui albanese, in un primo momento non si trova. Ma non vive insieme a loro. E infatti si trova in Albania. Cosa che viene presto verificata. Intanto la donna è piantonata in ospedale, i carabinieri aspettano solo che la confessione arrivi. Continua a leggere

Tutte le spese
minuto per minuto

Sappiamo che le state cercando. Un po’ per voyerismo (birichini! ma nessuno qui vi farà la morale, anzi: la vicenda è quanto mai pubblica, e avete diritto di conoscere tutto nel dettaglio), un po’ perché con questa roba ci lavorate (lo sappiamo, molti di voi sono avvocati!).
Ecco qua tutte le spese, minuto per minuto, con tutte le cifre. Quelle fatte con denaro pubblico da 64 rappresentanti delle istituzioni, e poi rimborsate. Per lo più si tratta di ex consiglieri di Regione Lombardia ma ci sono anche una decina di ex assessori. Se si tratti o meno di rimborsi leciti, non saremo certo noi a giudicarlo. La Guardia di Finanza e i pm Robledo, Filippini e D’Alessio ritengono di no. I legali degli indagati sosterranno il contrario, com’è normale. Se ne può tranquillamente discutere. Vero è che per un’altro bell’elenco di rimborsi la Procura, un paio di mesi fa, ha chiesto l’archiviazione, ritenendoli non penalmente rilevanti quando non pienamente legittimi. Insomma, un primo filtro l’ha già usato l’accusa.

Non troverete solamente i ‘soliti’ Renzo Bossi o Nicole Minetti, e magari vi sorprenderà sapere che nell’elenco ci sono anche diversi consiglieri dell’opposizione. Agli indignati di professione, consigliamo di andare a guardare subito la cifra totalizzata dai singoli indagati. Avrete sorprese. Ma non perdiamo tempo, e non perdetelo neppure voi: con questo link avete una settimana per scaricare il file che contiene l’avviso di conclusione delle indagini.

chiusura indagini

Buona lettura. (giustiziami.it)