giustiziami » Alfano http://www.giustiziami.it/gm Cronache e non solo dal Tribunale di Milano Tue, 15 Apr 2025 11:11:37 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.4.1 Alfano emette sentenza col rito del comunicato stampa. E se Bossetti non fosse il killer di Yara? http://www.giustiziami.it/gm/alfano-emette-sentenza-col-rito-del-comunicato-stampa-e-se-bossetti-non-fosse-il-killer-di-yara/ http://www.giustiziami.it/gm/alfano-emette-sentenza-col-rito-del-comunicato-stampa-e-se-bossetti-non-fosse-il-killer-di-yara/#comments Tue, 17 Jun 2014 06:42:15 +0000 dalessandro http://www.giustiziami.it/gm/?p=2521 E se non fosse Massimo Giuseppe Bossetti l’assassino di Yara? E, se anche lo fosse, è giusto quello che sta accadendo in queste ore con la gogna ‘istituzionale’ del muratore di 44 anni, padre di tre figli, incensurato, accusato di avere ucciso la piccola stella della ginnastica artistica?

Il Ministro Angelino Alfano ha introdotto nel nostro codice penale il processo col ‘rito del comunicato stampa’. “Le forze dell’ordine, d’intesa con la magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio”.  Questa la sentenza arrivata alle sei della sera firmata dal giudice monocratico Angelino, che forse si aspettava una fulminea confessione da parte di Bossetti. Magari avrebbe potuto aspettare a diffondere la nota per la stampa per evitare la folla coi forconi attorno alla caserma dove l’accusato ha opposto il silenzio alle contestazioni dei pm di Bergamo. In questa storia c’è già stato un presunto colpevole, il marocchino Mohamed Fikri, fermato in presunta fuga a bordo di un traghetto, sulla base di un’intercettazione tradotta male, e per oltre due anni rimasto sulla ‘graticola’ in attesa di un’archiviazione.  E qui vogliamo ricordare pure il fermo di Alberto Stasi per il delitto di Garlasco, seguito dalla pomposa conferenza stampa del Procuratore di Vigevano il quale dichiarò di avere individuato la “pistola fumante” della sua colpevolezza nel dna della vittima, Chiara Poggi, trovato sui pedali di una bicicletta. ‘Prova’ bocciata dal gip che scarcerò il presunto colpevole con tante scuse dopo pochi giorni.

Massimo Giuseppe Bossetti sarebbe l”Ignoto 1′ a cui si dava la caccia da anni, il figlio illegittimo dell’autista di autobus Giuseppe Guerinoni, scomparso nel 1999 a cui era riconducibile il profilo genetico trovato sugli slip di Yara.  L’esame del dna, che gli è stato estratto con l’espediente del test dell’ etilometro in un normale controllo stradale, è risultato “perfettamente coincidente” con quello trovato sulle mutandine.  Sicuramente è una prova a suo carico, e che prova, come lo è la cella del suo telefono agganciata a Brembate di Sopra il 26 novembre 2010 quando la 13enne era uscita dalla palestra per non tornare mai più a casa. Bene. Questa è l’accusa, poi ci sarà una difesa, giusto? Bossetti potrebbe difendersi, è la prima ipotesi che ci viene in mente, dicendo di non avere ucciso Yara ma di averne ‘soltanto’ vilipeso il cadavere. Oppure potrebbe anche semplicemente essere colpevole, ma la certezza potremmo averla dopo una confessione o dopo un processo con tutte le garanzie per l’imputato. Perché questo richiede la nostra legge, a dispetto del Ministro Alfano, oggi, e non solo (vedi link qui sotto) dimentico del garantismo profuso per il suo ex amico Berlusconi. (manuela d’alessandro)

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Madre arrestata per triplice infanticidio intanto Alfano promette: inseguiremo l’assassino http://www.giustiziami.it/gm/madre-arrestata-per-triplice-infanticidio-intanto-alfano-promette-inseguiremo-lassassino/ http://www.giustiziami.it/gm/madre-arrestata-per-triplice-infanticidio-intanto-alfano-promette-inseguiremo-lassassino/#comments Sun, 09 Mar 2014 15:17:29 +0000 dalessandro http://www.giustiziami.it/gm/?p=1711 E’ evidente, ahinoi. Il ministro dell’Interno Alfano non ci legge. Avvisatelo! Angelino, leggi giustiziami.it che ti dà le dritte giuste.

Umilmente, per il bene degli investigatori di cui è il capo dicastero ma soprattutto per il suo bene, avevamo già provato a dargli un piccolo consiglio che potremmo sintetizzare così: non commentare, non annunciare, evita i proclami, se le indagini in corso, altrimenti rischi di fare un pasticcio (leggi qui e qui). In questo caso, pasticci da fare non ce n’erano più, ma la figuraccia, quella sì, c’è stata, e si sarebbe potuta evitare.

A Lecco una madre uccide tre figlie piccole, “una tragedia immane” avranno a dire i telegiornali, e in effetti lo è. Una storia orrenda e dolorosa. Succede tutto di mattina presto, la donna uccide le figlie piccolissime, a coltellate, poi si presenta da un vicino sporca di sangue. I carabinieri arrivano immediatamente, com’è logico. La signora viene portata in ospedale perché si è ferita tentando il suicidio dopo il delitto. E lì confesserà davanti agli investigatori e a una giovane sostituto procuratore. Già di primo mattino, le indicazioni ai giornalisti sono chiare: la pista è quella lì, “sarebbe stata” la madre, il perché è tutto da capire ma non c’è altra direzione seria in cui indagare. Certo, il padre delle bambine, anche lui albanese, in un primo momento non si trova. Ma non vive insieme a loro. E infatti si trova in Albania. Cosa che viene presto verificata. Intanto la donna è piantonata in ospedale, i carabinieri aspettano solo che la confessione arrivi.

Poi alle 11.39 l’agenzia Ansa batte questa notizia, un’urgentissima con tanto di stellette: “Tre bimbe uccise: Alfano, non daremo scampo a assassino”. Questo il titolo, mentre il testo attacca così: “Noi non daremo scampo a chi ha compiuto questo gesto efferato. Inseguiremo l’assassino sinché non l’avremo preso e poi lo faremo stare in carcere sino alla fine dei suoi giorni”. Sono le parole di Alfano fedelmente riportate dall’agenzia. Ma come, ma allora forse i carabinieri si sono indirizzati su tutt’altra pista! Se il ministro dell’Interno manda un messaggio di questo genere vorrà dire che c’è un assassino in giro e che va fermato prima che possa fare ancora del male. Vuol dire che l’omicida non può essere quella donna. Il ministro si sarà certamente informato prima di fare un commento così forte. Non può essere altrimenti.
Il resto è noto. La donna confessa, alcuni tg lo spiegano già alle 12, pochi minuti dopo quella dichiarazione. Nelle edizioni seguenti, aggiungono molti altri particolari. Tra chi indaga per chiarire i dettagli di quella tragedia, qualcuno commenta caustico: “Grande tempestività, quella del ministro…Qualcuno gli spiega che abbiamo risolto la vicenda e che non c’è un assassino in libera circolazione? Abbiamo arrestato una madre rea confessa”. Sulle all news continua a campeggiare quel titolo dell’Ansa.

Poi forse qualcuno avvisa il ministro. E allora lui twitta. “Gesto di follia scatenato da separazione dal padre. Enorme tristezza”. Se lo dice il ministro dev’essere proprio così. Gesto di follia scatenato dalla separazione. Ok. Enorme tristezza. Giusto. Provaci ancora, Angelino. Ma anche no.

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Angelino, perché le notizie le racconti a metà? http://www.giustiziami.it/gm/angelino-perche-le-notizie-le-racconti-a-meta/ http://www.giustiziami.it/gm/angelino-perche-le-notizie-le-racconti-a-meta/#comments Fri, 21 Feb 2014 13:46:33 +0000 dalessandro http://www.giustiziami.it/gm/?p=1650 Angelino, perché le notizie le dai per metà? Li avete arrestati da mesi, la Procura sta per chiedere il giudizio immediato e non ci dici l’età, la nazionalità, i nomi o – che dico – almeno le iniziali! E poi spacci l’operazione come roba fresca, convocando una conferenza sul luogo del delitto e facendo per giunta incavolare gli investigatori?

Adesso ci tocca rispiegarla. A gennaio il ministro dell’Interno Alfano convoca frotte di cronisti di nera in via della Spiga. Vuole rivendicare un grande successo investigativo, l’arresto di quattro stranieri che a maggio hanno messo a segno un colpo clamoroso proprio lì, alla gioielleria Franck Muller. In pochi minuti riesce a far incavolare polizia, carabinieri e procura, che avrebbero preferito più cautela nel fornire informazioni dopo mesi di riserbo assoluto. I neristi non è che impazziscano per la storia perché, nonostante Angelino, non riescono a scovare uno straccio di nome, o l’età degli arrestati. Insomma un mezzo spot per il vicepremier, ma anche un mezzo un flop istituzionale.
Due settimane dopo i pm di Milano chiedono il giudizio immediato per tre arrestati e dalle carte depositate si scopre il resto della storia. Sono romeni, si chiamano Cosmin Marcu, 19 anni, detenuto a Firenze, Alin Nechitoaia, 19 anni, recluso a San Vittore, e Ioan Vadana, 23 anni, anche lui in cella a Milano.
Il 31 maggio, alla Franck Muller arrivano insieme a Gheorghe L., George M., Vasile C. e Flaviu T. (il capo, dà ordini a tutti). Con loro c’è anche O.T., 17 anni. Per i primi quattro, i pm Celle e Pavone presto chiederanno il rinvio a giudizio per via ordinaria, mentre dell’ultimo si sta occupando ovviamente la Procura dei Minori.

I ragazzi della banda fanno un macello. Spaccano le vetrine a colpi di mazza, menano due dipendenti (per uno dei due la prognosi è di ben 69 giorni), arraffano “48 oggetti di valore tra orologi e gioielli per 642.140 euro”, poi si dileguano anche grazie al “diversivo di una bottiglia molotov di costruzione artigianale gettata sul selciato stradale davanti al negozio”. I reati sono una sfilza.

Stando alle date degli atti, Alfano la notizia se l’è venduta tardino. E chissà perché proprio quel giorno: forse era libero dalle trattative di governo (non questo, quello prima, a guida Letta). Il 4 ottobre Marcu si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip. Il mandato d’arresto europeo per Flaviu T. porta la data del 18 ottobre. Quello di Vasile C. quella del 4 ottobre. Nechitoaia è in carcere da mesi, tanto che il 23 settembre, a Regina Coeli, non risponde al giudice. Il 16 ottobre in Romania vengono sequestrati alcuni orologi. Il prossimo 5 maggio, per i tre arrestati, inizierà il processo davanti alla Nona sezione penale. Un consiglio spassionato ad Angelino Alfano: per le prossime volte, se proprio vuoi fare un casino, almeno raccontala tutta.

La polizia tiene il riserbo per un mese. Alfano spiattella tutto in gioielleria

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La Polizia tiene il riserbo per un mese ma Alfano spiattella tutto in gioielleria http://www.giustiziami.it/gm/la-polizia-tiene-il-riserbo-per-un-mese-ma-alfano-spiattella-tutto-in-gioielleria/ http://www.giustiziami.it/gm/la-polizia-tiene-il-riserbo-per-un-mese-ma-alfano-spiattella-tutto-in-gioielleria/#comments Mon, 13 Jan 2014 17:26:42 +0000 dalessandro http://www.giustiziami.it/gm/?p=1283 C’è un segreto investigativo che tiene strenuamente da almeno un mese. Polizia, carabinieri e procura di Milano tutti d’accordo: “Acqua in bocca!”. C’è da risolvere in silenzio il caso di una delle più spettacolari rapine avvenute a Milano negli ultimi anni. Obiettivo, la gioielleria Franck Muller in via della Spiga, pieno quadrilatero della moda, l’area più lussuosa della città, nota soprattutto a quei turisti milionari che da tutto il mondo arrivano a frotte per lo shopping di alto livello. A maggio scorso una banda armata di molotov, mazze e picconi entra, picchia due dipendenti, spacca le vetrine e fugge nel giro di pochi minuti. Un colpo studiato, violento e a suo modo perfetto.

Più di un mese fa, arrivano i primi arresti, due. Poi, alla spicciolata, finiscono in galera altri due complici. Silenzio. Non c’è uno sbirro che si faccia sfuggire la dritta al vecchio amico cronista di nera. Non un magistrato che ceda alle lusinghe della stampa. E neppure un avvocato disposto a ‘vendersi’ il cliente in cambio di una citazione sui giornali. Poi arriva lui. Il ministro. Dell’Interno. Quello che sovrintende alle forze di polizia. Quello che, proprio nel giorno della clamorosa rapina, si trovava a Milano per presiedere un comitato provinciale sull’ordine e la sicurezza e annunciare l’intenzione di spedire nel capoluogo 140 militari: “Non è un’operazione spot. La capitale economica del Paese va salvaguardata a partire dalla sicurezza”, aveva tuonato a favore di telecamera. Ecco, oggi Alfano era di nuovo a Milano. Presenza prevista almeno da venerdì, quando alcuni pezzi grossi delle forze dell’ordine si sono presentati alla gioielleria Muller di via della Spiga per spiegare ai dipendenti che oggi avrebbe avuto luogo un’occasione speciale: “C’è il ministro”. E quindi presentarsi in ufficio, vestiti decorosamente, per rendere i dovuti onori. Poco importa se quei dipendenti oggi, da orario, dovevano stare a casa a dormire. Qualcuno aveva impegni privati importanti. E allora, perché Alfano passava in negozio? Per comprare un solitario? Un bell’orologio? No, per annunciare un successo.

“Chiunque compia rapine o furti deve sapere che lo Stato è più forte!” è il virgolettato del ministro citato dalle agenzie questa mattina. Il vicepremier non si è accontentato di rivelare che quattro persone, due moldavi e due romeni, erano state arrestate. Ha anche aggiunto qualche dettaglio investigativo che permetterà ai colleghi neristi di fare titolo. “Sarebbero gli stessi che hanno colpito la gioielleria Vertigo a Firenze a luglio. Voglio ringraziare le forze dell’ordine e la magistratura per questo importante risultato. La sicurezza in questa città sarà assicurata”. Solo che le forze dell’ordine e la magistratura elogiate dal ministro non hanno esattamente finito il proprio lavoro. Tutti contenti? Non proprio, il riserbo aveva una ragione strettamente investigativa. Ma tant’è, ormai la frittata è fatta. Viva il ministro della sicurezza e le sue notizie …dall’Interno. (Giustiziami)

 

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