giustiziami » Strasburgo http://www.giustiziami.it/gm Cronache e non solo dal Tribunale di Milano Tue, 15 Apr 2025 11:11:37 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.4.1 Contrada, l’Europa: concorso esterno inventato dai pm http://www.giustiziami.it/gm/leuropa-concorso-esterno-inventato-dai-giudici/ http://www.giustiziami.it/gm/leuropa-concorso-esterno-inventato-dai-giudici/#comments Tue, 14 Apr 2015 11:44:44 +0000 cimini http://www.giustiziami.it/gm/?p=4293 A pochi giorni dalla decisione con cui la corte di Strasburgo dei diritti dell’uomo aveva sanzionato l’Italia per non aver introdotto nel suo codice il reato di tortura, arriva dagli stessi giudici un altro colpo tremendo alla credibilità della nostra giustizia. La sentenza che condannò il poliziotto Bruno Contrada non fu legittima. L’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa non era all’epoca previsto dall’ordinamento. E, per giunta, non lo è nemmeno adesso. Il reato fu inventato dalle procure e accolto dai collegi giudicanti. Ma da allora la politica ha fatto nulla. Nè ha inserito il reato nel codice, né ha detto ai magistrati di applicare le leggi che ci sono, senza inventarne altre.

Ironia della sorte buona parte di quelli che avevano applaudito la sentenza europea sulla “macelleria messicana” della scuola Diaz, adesso sulla nuova decisione sembrano molto meno entusiasti (eufemismo). E’ l’ennesima dimostrazione che questo è un paese pieno di garantisti sì, ma ognuno per i propri amici, pronto a utilizzare la clava del penale contro i nemici. E’ la continuazione della logica dell’emergenza, inaugurata per risolvere la questione della sovversione interna negli anni ’70 e poi diventata prassi di governo al tempo della mafia e di Mani pulite, fino ai giorni nostri.

In questo disastro del diritto nell’ex culla del diritto le responsabilità di magistrati e politici pari sono e nessuno sembra in grado di porvi rimedio, dal momento che la norma appena varata sulla tortura appare di difficile applicazione (ancora eufemismo). Chissà cosa succederà adesso che bisognerà prendere atto della decisione di Strasburgo sul concorso esterno. Ovviamente la questione va molto al di là della sorte di Contrada al quale hanno distrutto la vita e che spera nel quarto tentativo di revisione del processo, anziano e malato.

Contrada non è l’unico condannato per un reato che non esiste. I magistrati e i giudici hanno imboccato da decenni una scorciatoia per ovviare alla mancanza di prove. La politica e il Parlamento sono stati complici. Insomma non se ne esce (frank cimini)

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L’avvocato con la passione dei funghi che cambia la storia dei cognomi italiani http://www.giustiziami.it/gm/lavvocato-con-la-passione-dei-funghi-che-cambia-la-storia-dei-cognomi-italiani/ http://www.giustiziami.it/gm/lavvocato-con-la-passione-dei-funghi-che-cambia-la-storia-dei-cognomi-italiani/#comments Tue, 07 Jan 2014 15:34:22 +0000 dalessandro http://www.giustiziami.it/gm/?p=1156 E’ Luigi Fazzo, legale civilista milanese di 56 anni con la passione per i funghi, l’uomo a cui le mamme italiane devono la possibilità di trasmettere il cognome ai figli grazie alla sentenza depositata oggi dalla Corte Europea dei Diritti Umani. I giudici di Strasburgo hanno sancito il diritto di dare ai figli il solo cognome materno, condannando l’Italia per avere violato i diritti dell’avvocato Fazzo e della moglie Alessandra Cusan, 49 anni, mamma a tempo pieno.

- Oggi è una giornata di festa in casa Fazzo – Cusan…

- Sì, oggi siamo felici che si sia chiusa una vicenda giudiziaria lunghissima e che i giudici abbiano dato la possibilità alle nostre due bambine di 15 e 13 anni di non esssere discriminate e al loro fratellino di 10 di poter scegliere quale cognome dare ai suoi figli quando ne avrà.

- Come mai lei e sua moglie siete arrivati fino alla Corte di Giustizia Europea per vedere riconosciuto questo diritto?

- Nessun motivo particolare di natura personale e nemmeno la definirei una questione di principio, il nostro desiderio era quello di far venire meno una discriminazione.

- Quando  è iniziata la vostra battaglia?

- Con la nascita di M., la nostra prima figlia, 15 anni fa. Il giorno dopo andai all’Anagrafe di Milano e chiesi al funzionario di darle il cognome di mia moglie. Quello mi rispose che non si sognava neanche di farlo, la legge non lo permetteva. Io e Alessandra avevamo deciso insieme che sarebbe stato bello dare a M. il cognome materno per ragioni affettive e altre che non sto qui a spiegare. Il fatto che non fosse possibile ci parve inaccettabile.

- Perché si è dovuto attendere  Strasburgo per vedere sancito il diritto al cognome materno? In fondo, anche la nostra Costituzione stabilisce la non discriminazione tra uomo e donna…

Perché la Corte Costituzionale non è stata abbastanza coraggiosa nel 2007  quando le abbiamo posto il problema. Riconobbe che in effetti c’era una discriminazione nella legge attuale ma affermò di non poterla abrogare per non creare un vuoto normativo nel nostro ordinamento. In realtà, con uno stratagemma giuridico avrebbe potuto dichiararla incostituzionale costringendo il legislatore a intervenire.

- I vostri figli vi hanno incoraggiati?

- Si, ne abbiamo parlato con loro in questi anni, abbiamo cercato di trasmettergli le nostre idee e loro le hanno condivise.

- Oggi come hanno commentato la sentenza?

Ancora non sanno nulla, sono a scuola. Ora il problema è difendere la loro privacy dai giornalisti! E speriamo che la politica faccia quello che deve alla luce della sentenza di Strasburgo e adegui l’Italia a paesi come la Spagna e la Germania.

(manuela d’alessandro)

 

 

 

 

 

 

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