giustiziami » Fiat http://www.giustiziami.it/gm Cronache e non solo dal Tribunale di Milano Tue, 15 Apr 2025 11:11:37 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.4.1 Moratorie, Expo è la Fiat del terzo millennio http://www.giustiziami.it/gm/moratorie-expo-e-la-fiat-del-terzo-millennio/ http://www.giustiziami.it/gm/moratorie-expo-e-la-fiat-del-terzo-millennio/#comments Thu, 21 Jan 2016 16:08:19 +0000 cimini http://www.giustiziami.it/gm/?p=6196

Expo è la Fiat del terzo millennio. La moratoria sulle indagini relative all’esposizione non è certo una novità. Tutto vecchio. Accadde già nel corso della finta rivoluzione di Mani pulite con la Fiat. Correva l’anno 1993. Una riunione nell’ufficio dell’allora capo della procura Borrelli con gli avvocati della multinazionale, in testa Giandomenico Pisapia, il padre del sindaco di Milano, e zac. Via tutto. Nonostante Cesarone Romiti avesse presentato un elenco di tangenti pagate molto lacunoso (eufemismo). C’era un pericolo di inquinamento probatorio enorme. Non solo Romiti non finì a San Vittore (sempre bene quando non si usano le manette ma deve valere sempre e per tutti). Finirono le indagini, gli accertamenti, le perquisizioni, gli interrogatori, le iscrizioni nel registro degli indagati.

E la Fiat non fu l’unico colosso a essere miracolato. Il discorso fu lo stesso per la Cir di Carlo De Benedetti, per Mediobanca che fece un solo boccone di Montedison. Memorabili le parole dell’avvocato Giuliano Spazzali durante il teleprocesso a Sergio Cusani: “Se il dottor Di Pietro decidesse di andarsi a fare un giro dalle parte di via Filodrammatici io lo accompegnerei volentieri”. Tonino da Montenero di Bisaccia se ne guardò bene. Last but not least, la deposizione dell’allora ad dell’Eni, Franco Bernabè. “L’abbiamo finita con la pratica delle società off-shore?” fu la domanda del pm che sognava Mani pulite nel mondo. “La stiamo finendo” fu la risposta che confessava un reato in flagranza. Ma accadde nulla.

La strategìa del mitico pool era di salvare i grandi imprenditori a scapito dei politici. Un solo grande imprenditore sarà poi indagato a fondo per anni ma perchè era “disceso in campo” per necessità: le sue aziende navigavano in acque molto perigliose. E lui così le salvò.

Storie del passato ma di grande attualità. Expo, l’esposizione voluta da tutti gli schiaramenti politici, dalle banche, dalle grandi imprese era una sorta di patria da salvare. E la magistratura ha dato il suo contributo non facendo il suo dovere, imposto dalla Costituzione e dal codice. Tanto che Renzi ha detto grazie due volte al procuratore Bruti Liberati, ora in pensione, “per la sensibilità istituzionale”.

L’ultima di Bruti, prima di lasciare, è stata la decisione di chiedere l’archiviazione per l’accusa di abuso d’ufficio a Peppino Sala in relazione ai rapporti con Eataly. Un colpo di spugna. Boatos e indiscrezioni raccontano di perplessità e dubbi all’interno della procura ma alla fine tutti si sono adeguati.

Insomma c’è l’abuso d’ufficio a fin di bene. Dipende dall’indagato. Almeno togliessero dalle aule la scritta “la legge è uguale per tutti”. Sarebbe meglio non solo per loro ma anche per noi comuni mortali. (frank cimini)

]]>
http://www.giustiziami.it/gm/moratorie-expo-e-la-fiat-del-terzo-millennio/feed/ 0
Il giudice fa una lezione di storia a De Benedetti per spiegare l’assoluzione di Tronchetti http://www.giustiziami.it/gm/il-giudice-fa-una-lezione-di-storia-a-de-bendetti-per-spiegare-lassoluzione-di-tronchetti/ http://www.giustiziami.it/gm/il-giudice-fa-una-lezione-di-storia-a-de-bendetti-per-spiegare-lassoluzione-di-tronchetti/#comments Mon, 21 Dec 2015 18:37:13 +0000 dalessandro http://www.giustiziami.it/gm/?p=6048

Sì, potevano essere “potenzialmente” delle gravi offese da ‘lavare’ in un’aula di Tribunale. Ma per il giudice Monica Amicone le frasi ‘esplose’ da Marco Tronchetti Provera contro Carlo De Benedetti erano solo critiche legittime espresse nell’ambito di una “polemica aspra” tra due veterani del capitalismo.

Nelle 32 pagine di motivazione alla sentenza di assoluzione pronunciata nei confronti del presidente d Pirelli, il giudice sostiene che “per ciascuna dichiarazione sussiste l’interesse sociale”, cioé quella che definisce  “l’attitudine della notizia a contribuire alla formazione alla formazione della pubblica opinione”.

Le motivazioni, con l’analisi delle dichiarazioni (in neretto) rese all’Ansa da Tronchetti nel 2013, offrono al magistrato l’imperdibile possibilità di farsi un viaggio nella storia economico – finanziaria dell’ultimo mezzo secolo.

“L’ingegner De Benedetti fu coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano”

Coinvolto e condannato, spiega il giudice, non sono la stessa cosa. “Il fatto che De Benedetti sia stato coinvolto nel crack risulta dall’avere egli rivestito la qualità di imputato nel procedimento di bancarotta derivato dalla dichiarazione di fallimento del Banco Ambrosiano, indipendentemente dal ruolo, maggiore o minore, che ha avuto nell’ambito del crack finanziario al quale l’espressione usata dall’imputato, di per sè neutra, non si riferisce affatto”.  L’imprenditore aveva invece definito “subdola” questa frase perché per il dissesto del Banco Ambrosiano era stato assolto in Cassazione.

“L’ingegner De Benedetti è stato molto discusso per certi bilanci di Olivetti” 

Qui il giudice ci va pesante. “Ce n’è abbastanza per definire ‘discussi’ i bilanci di Olivetti senza incorrere in una falsa affermazione”. De Benedetti aveva definito invece la frase “senza senso e ingiuriosa perché tutti i bilanci erano stati approvati dalle relative assemblee”. Amicone sottolinea però che le “discussioni” di cui parla Tronchetti riguardano “l’esterno della società, l’opinione pubblica e il mercato” e, in particolare, i “diversi procedimenti penali” su quei bilanci, uno dei quali concluso con la condanna di De Benedetti”, che in aula smarrì la memoria su questa sentenza.

“De Benedetti fu allontanato dalla Fiat”

Il fondatore del gruppo ‘L’Espresso’ non se la deve prendere perché “allontanato non significa cacciato ed è un termine neutro”.  L’”istruttoria dibattimentale ha comunque dimostrato che De Benedetti “si allontanò per decisione unilaterale” in seguito a diverse vedute sulla gestione della società con l’avvocato Gianni Agnelli.

“Io e De Benedetti non parliamo la stessa lingua, come è normale possa succedere tra un cittadino italiano e uno svizzero”

Per il giudice siamo di fronte a “una canzonatura priva  di reale efficacia lesiva della reputazione del querelante che ne ha enfatizzato la portata aggressiva collegandosi all’allusione di un regime fiscale più favorevole”. (manuela d’alessandro)

Il testo completo delle motivazioni De Benedetti – Tronchetti

 

 

 

 

]]>
http://www.giustiziami.it/gm/il-giudice-fa-una-lezione-di-storia-a-de-bendetti-per-spiegare-lassoluzione-di-tronchetti/feed/ 0
Il vuoto di memoria di De Benedetti al processo contro Tronchetti http://www.giustiziami.it/gm/il-vuoto-di-memoria-di-de-benedetti-al-processo-contro-tronchetti/ http://www.giustiziami.it/gm/il-vuoto-di-memoria-di-de-benedetti-al-processo-contro-tronchetti/#comments Mon, 27 Apr 2015 15:56:04 +0000 dalessandro http://www.giustiziami.it/gm/?p=4388 Un vuoto di memoria roboante, tanto che in aula ci si guarda esterrefatti. Carlo De Benedetti, 81 anni pieni di verve, ‘dimentica’ nel processo in cui ha citato per diffamazione Marco Tronchetti Provera di avere patteggiato tre mesi di carcere per falso in bilancio quando era all’Olivetti.

Davanti al giudice, ingaggia un duello aspro col legale  del Presidente di Pirelli, l’avvocato Tullio Padovani, osso durissimo, che passa in rassegna una per una tutte le frasi incriminate del suo assistito, tra cui questa: “De Benedetti è stato molto discusso per certi bilanci Olivetti”.   “Quell’affermazione  è falsa – protesta l’ingegnere  – nessuno ha mai impugnato i bilanci, erano integri e genuini”.  “Le chiedo – insinua allora Padovani –  se lei ha memoria di una sentenza di condanna nei suoi confronti da parte del Tribunale di Ivrea del 14 ottobre 1999, poi passata in giudicato, per falso in bilancio in relazione ai bilanci Olivetti”. “No, non ricordo di questa sentenza perché sarà finita nel nulla l’accusa”, risponde De Benedetti. E il legale: “Non è finita nel nulla, ma con una sentenza di patteggiamento a tre mesi di reclusione per falso in bilancio con risarcimento per l’Olivetti. Le imputazioni – precisa – si riferivano a delle trasformazioni contabili. Lei non ricorda di avere risarcito Olivetti?”. “No”, risponde ancora una volta l’ingegnere. “Eppure questo risulta dalla sentenza – insiste il legale – che mi riservo di produrre. Quindi i bilanci erano criminosamente falsi e lei patteggiò la pena”. In effetti, la sentenza di patteggiamento venne revocata dalla Cassazione nel 2003 perché il bilancio qualitativo non era più previsto dalla legge come reato, ma De Benedetti sembra proprio avere smarrito ogni memoria di quella vicenda.

Cosa aveva detto Tronchetti all’Ansa di così malevolo da indurre De Benedetti a querelarlo, oltre all’accusa sui bilanci? Ecco qua: “L’ingegner De Benedetti è stato molto discusso per lo scandalo legato alla vicenda dell’apparecchiature delle Poste Italiane, che fu allontanato da Fiat, coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano, che finì dentro per le vicende di Tangentopoli”. Si capisce che dichiarazioni così riguardano lustri di storia del Paese e infatti le domande dell’avvocato Padovani aprono un mondo.

De Benedetti sparge ‘chicche’ della storia vista da lui. Ci tiene soprattutto a precisare che non fu sbattuto fuori dalla Fiat ma se ne andò accompagnato dallo “stupore e dal parere contrario di Cesare Romiti” perché era in disaccordo con le politiche di Gianni Agnelli. Ricorda quando voleva licenziare più di centomila persone ma l’Avvocato gli spiegò, dopo essere sceso a Roma, che “per ragioni politche non si poteva fare”. “Potevo condividere, c’erano le Brigate Rosse. A quel punto però la mia presenza era inutile, anche se Agnelli venne più volte a casa mia per farmi desistere”. “Fui il primo ad andarmene perché avevo opinioni diverse da Agnelli e per questo l’ufficio stampa della Fiat mi prese di mira”. “E perché non querelò i giornali che scrivevano invece che venne mandato via?”, lo provoca il legale di Tronchetti. “”Mettersi contro l’ufficio stampa della Fiat è una cosa ridicola. Addirittura si inventò che c’era una cordata ebraica che mi sosteneva (per una presunta scalata dell’azienda, ndr), ma chi conosce gli ebrei sa che non chiedono e non danno. E comunque quelle dei giornalisti erano opinioni non suffragate da verità. Qui c’è Romiti che può confermarvi come andarono davvero le cose. E poi potete sentire come testimone anche Ezio Mauro che partecipò a una riunione con me e Romiti”.

Ma alla fine, ingegner De Benedetti, gli domandano  giudice e pm, lei aveva qualcosa di personale contro Tronchetti? “No, solo rilievi pofessionali”, minimizza. Poi ammette che una volta gli è scappato di dire che “è ancor più bravo nella comunicazione che nella rapina”. “Però – puntualizza l’ingegnere – era un’intervista a un festival in mezzo alla campagna a Dogliani, in cui si parlava del sole e della luna. Non era mica Tronchetti l’argomento in discussione”. (manuela d’alessandro)

]]>
http://www.giustiziami.it/gm/il-vuoto-di-memoria-di-de-benedetti-al-processo-contro-tronchetti/feed/ 0