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Garlasco non è solo un’arma di distrazione di massa, ma una telenovela con almeno una nuova puntata tutti i giorni. Oggi il Ris dei carabinieri si è insediato nella villetta dove fu uccisa Chiara Poggi, ispezione, sopralluogo per operare una ricostruzione in 3D per fare concorrenza al famoso plastico di Vespa formato Cogne.
La famiglia della ragaza uccisa 18 anni fa osserva che si tratta degli stessi accertamenti già fatti nell’indagine su Alberto Stasi condannato in via definitiva a 16 anni di ruclusione. I genitori di Chiara lamentano inoltre che l’ordinanza relativa all’ispezione era statale data prima ai media e poi a loro. Anche qui niente di nuovo sotto il sole. Era già accaduto per la famosa impronta 33 consegnata prima al Tg1 e poi alla difesa di Sempio. Il Tg1 è tra quelli che ci sguazza di più in questa vicenda avendo un filo pressoché diretto con chi fa le indagini.
Il carattere mediatico di questa inchiesta bis su Garlasco è fin troppo chiaro. Che si riesca a tornare in aula con elementi che sufficienti e utili a celebrare un nuovo processo appare allo stato improbabile. Intanto si sta celebrando una gigantesca udienza giorno per giorno dove le persone coinvolte sono molto meno garantite che in Tribunale dove il diritto è già incerto.
E si alimenta la curiosità del pubblico che ha portato il sindaco a chiudere un po’ di strade per garantire la riservatezza e la privacy dei residenti. La Garlascologia potrebbe essere la materia di una nuova facoltà universitaria per distribuire lauree a gogo’. Si intravede un possibile sbocco per la disoccupazione intellettuale
(frank cimini)