giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Un ‘Best of 2015′
da leggere sotto l’ombrellone

 

E’ estate inoltrata. La vostra testa, sovente insieme al resto, va alle spiagge dorate, ai freschi picchi alpini, a posti lontani ed esotici. L’immagine dell’afoso Palazzo di giustizia, per chi è partito, sta a metà strada tra l’incubo del futuro ritorno al lavoro e la certezza di un luogo a suo modo più rassicurante che inquietante, per chi lo conosce e ci lavora. Per questo non vi è così facile compiere il distacco completo da quel crocevia di sofferenza e arrabbiature, di lavoro serio e socialità, di burocrazia e alti ideali. Per aiutarvi a rimanere con un piede là dentro, mentre l’altro si tuffa in acque cristalline, abbiamo preparato questo piccolo compendio della stagione appena trascorsa. Si comincia dalle cose più leggere e intonate alla calura estiva. Buona lettura.

GIUSTIZIAMI SUMMER EDITION

Il caso vip dell’anno, scoperto da Giustiziami.

“Vendevano foto e gossip rubati dalle mail dei vip”. A processo Selvaggia Lucarelli, Guia Soncini e Macchianera. http://www.giustiziami.it/gm/rubavano-foto-e-gossip-dalle-mail-dei-vip-a-processo-selvaggia-lucarelli-e-guia-soncini/

Intanto in un altro processo zeppo di vip, Belén Rodriguez viene chiamata a testimoniare, ma da Ibiza inonda il web di foto in bikini. http://www.giustiziami.it/gm/belen-testimone-nel-processo-ai-vip-posta-foto-in-bikini-da-ibiza/

Tribunale + estate = condizionatori che si rompono. Processi rinviati per caldo, Flegetonte manda in tilt il Palazzo di giustizia. http://www.giustiziami.it/gm/processi-rinviati-per-caldo-flegetonte-manda-in-tilt-il-tribunale/

Quando il tempo è galantuomo. Dieci anni dopo, prescritte le corna di Paolini a Fede. Alla faccia del galateo. http://www.giustiziami.it/gm/10-anni-dopo-prescritte-le-corna-di-paolini-a-fede/

Non vedete l’ora che ricominci il Crozza Show? Beh, l’ispirazione per la prima puntate c’è già. “Dal barbiere alle braghette, Formigoni dà spettacolo in aula“. http://www.giustiziami.it/gm/dal-barbiere-alle-braghette-formigoni-crozza-show-in-aula/

Un nostro piccolo scoop, quello del del magistrato ubriaco in bicicletta. Lo ricordate? Bene, ora fa giurisprudenza. http://www.giustiziami.it/gm/il-caso-del-magistrato-ubriaco-in-bici-fa-giurisprudenza/

Mentre siete al mare, state pur certi che lui rimarrà in ufficio,a lavorare 12 ore al giorno. E’ il pm Stakanov. “Inchiesta sull’acido, quando il pm scava davvero”. http://www.giustiziami.it/gm/inchiesta-sullacido-quando-il-pm-scava-davvero/

COSE PESE. OGNI TANTO FACCIAMO LE PERSONE SERIE. E SCOPRIAMO COSE SERIE

Questa inchiesta in due puntate ci è valsa una menzione speciale al premio Vergani. La cosa che ci rende più orgogliosi è però un’altra. Quello che abbiamo scritto ha inciso sulla realtà. Lo dimostra la seconda parte dell’indagine.

Le carte degli appalti Expo senza gara per il Tribunale. A chi e perché sono finiti i fondi per la giustizia milanese http://www.giustiziami.it/gm/la-carte-degli-appalti-expo-senza-gara-per-tribunale-a-chi-e-perche-sono-finiti-i-fondi-per-la-giustizia-milanese/

Sospesi gli affidamenti diretti Expo per la giustizia milanese. Il verbale che svela il clamoroso cambio di rotta. http://www.giustiziami.it/gm/sospesi-gli-affidamenti-diretti-expo-per-la-giustizia-milanese-il-verbale-che-svela-il-clamoroso-cambio-di-rotta/

Altra storia tipicamente italiana. Un’edificio pubblico incompiuto, nonostante diciannove anni e milioni di euro spesi. “L’aula bunker di Opera non è finita e fa ruggine”. http://www.giustiziami.it/gm/19-anni-e-milioni-di-euro-dopo-laula-bunker-di-opera-non-e-finita-e-fa-ruggine/

Una serie di articoli non ci hanno resi molto simpatici al quarto piano di via Freguglia. Ma che ci vuoi fare? Questi, per esempio.

“Manipolò titoli per 8,5 mln”, la Procura generale chiude un’altra indagine avocata al pm Greco. http://www.giustiziami.it/gm/manipolo-titoli-per-85-mln-procura-generale-chiude-unaltra-indagine-avocata-a-pm-greco/

La moratoria sulle indagini della Procura di Milano per Expo (e non solo). http://www.giustiziami.it/gm/la-moratoria-sulle-indagini-della-procura-di-milano-per-expo-e-non-solo/

GLI EDITORIALI

Qualcuno è provocatorio, certamente questi corsivi hanno alla base un’esigenza vera.

Perché l’omicidio stradale è un finto reato colposo di ispirazione forcaiola. http://www.giustiziami.it/gm/perche-lomicidio-stradale-e-un-finto-reato-colposo-dispirazione-forcaiola/

Tutti a celebrare Falcone…ma lui voleva carriere separate. http://www.giustiziami.it/gm/tutti-a-celebrare-falcone-ma-lui-voleva-carriere-separate/

Video dell’arresto di Bossetti, una vergogna per pm e media. http://www.giustiziami.it/gm/video-arresto-di-bossetti-una-vergogna-per-pm-e-media/

Il commento più significativo a un fatto accaduto in Tribunale non l’ha composto un giornalista ma una madre. Quella del giovane avvocato Lorenzo Claris Appiani, all’indomani della strage compiuta da Claudio Giardiello in Tribunale. Le sue parole valgono da insegnamento e ispirazione per molti. http://www.giustiziami.it/gm/la-mamma-di-lorenzo-avvocati-non-rendete-vana-la-sua-morte/

UN PICCOLO TRIBUTO

Quello ad Annibale Carenzo, decano di tutti i cronisti giudiziari di Milano e forse d’Italia. Tra pochi mesi avrà 81 anni. Lo potete incontrare a tutti i giorni a Palazzo, in particolare al primo piano o nel cortile centrale. Cerca notizie, e ne trova ancora.

“Annibale compie 80 anni. Da Mina ad Alessandrini, le sue 45 stagioni nel Palazzo”. http://www.giustiziami.it/gm/annibale-compie-80-anni-da-mina-ad-alessandrini-i-suoi-45-anni-nel-palazzo/

L’INCHIESTA DELL’ESTATE

Infine, vi lasciamo con una riflessione sull’inchiesta più hot dell’estate.

hacking-team-riguarda-tutti-noi-la-nostra-liberta-la-nostra-costituzione

“A cosa serve il carcere? A niente”. Il libro di Ricciardi

 

 

 

“Bisogna ‘reinserirsi’ tramite il lavoro, dicono, ma se il lavoro lo cercavi prima e non lo trovavi oppure quello che trovavi faceva schifo e per questo hai ‘infranto la legge’ che si fa? Si ricomincia da capo? Istituzioni locali, associazione e cooperative si affannano a progettare lavori per i detenuti perché, dicono, col lavoro, una volta usciti, non si torna a delinquere. Ma mi domando: tanto entusiasmo per l’inclusione sociale e lavorativa per chi finisce in carcere, perché non lo si mette in pratica prima che quei ragazzi costretti alla disoccupazione si rivolgano a pratiche illegali?”. Salvatore Ricciardi, ex ergastolano condannato per fatti connessi al tentativo di rivoluzione fallito tra gli anni ’70 e ’80, racconta la sua vita passata. “Cos’è il carcere? Vademecum di resistenza” è il titolo del libro editato da “Derive e approdi”, 125 pagine con la prefazione di Erri De Luca: ” Come un mal di denti torna nelle pagine di questo libro la domanda: a che serve? Con tutta l’esperienza accumulata e con l’addestramento che trasmette, la risposta non ci solleva dal grado zero sul livello del niente”.

“Cosa vuol dire ‘riportare il carcere alla legalità? Quale legalità? Le leggi esistenti sono nel loro insieme la legalità, sennò che altro sono? Abbiamo fatto cose non previste dalle leggi, vietate, illegali per dare una spinta alla modificazione delle regole in senso più inclusivo e aperto, perchè ogni pensiero critico ma anche ogni pensiero in sè si sviluppa fuori dalle legge altrimenti è qualcosa di stagnante, non è un pensiero”, scrive Ricciardi per impersonare lo scetticismo cosmico sulla possibilità di “riformare” il carcere, afferma che non è vero che il carcere è meno violento di prima. Muoiono 200 detenuti l’anno, 60 per suicidio. “Il cosiddetto carcere violento, quello delle rivolte, non registrava una strage delle dimensioni del carcere pacificato che ha triplicato i suicidi… Il suicidio è l’unica cosa che puoi fare in carcere senza dover compilare la perenne ‘domandina’”.

Salvatore Ricciardi è spietato con se stesso: “Questa è la mia storia e non uso la mia storia per sentirmi vittima del sistema anche perchè non mi ritengo vittima perchè le mie sono sempre state scelte di vita. Non me le ha imposte lo Stato nè la società. Sono scelte legate per ragioni economiche….”.

E’ un libro che invita a riflettere. Con Adriano Sofri avrebbero dovuto invitare anche Ricciardi a quella famosa riunione ministeriale sul carcere alla quale l’ex leader di Lotta Continua decise di non partecipare per evitare che una polemica già assurda si allargasse ancora in un paese devastato da decenni di “emergenze” diventate prassi di governo, dove il carcere viene usato come discarica sociale e al fine di regolare lo scontro politico. E dove l’opinione pubblica cosiddetta troppo spesso sembra più forcaiola dei magistrati, delle forze dell’ordine, dei politici (quando non sono loro a essere toccati) e dei media. (frank cimini)

‘Cos’è il carcere? Vademecum di resistenza’ di Salvatore Ricciardi. Editore Derive e Approdi, 125 pagg, 12 euro

 

 

“Pronto a luglio”. Ma dopo 19 anni il bunker di Opera resta un cantiere

 

 

Qualcosa di nuovo c’è: una recinto verde che, in teoria, dovrebbe tenere lontani i non addetti ai lavori dal cantiere, come avverte un cartello con monito: “Limite invalicabile, sorveglianza armata”. Invece, è agevole entrare da un cancello aperto e constatare che la promessa del provveditore alle Opere Pubbliche Pietro Baratono non è stata mantenuta. “A luglio – aveva garantito – l’aula bunker di Opera sarà terminata”.

Diciannove anni e l’ennesima estate dopo, quella che doveva essere la nuova sede dei maxi processi milanesi è ancora un cantiere e neppure troppo fervido. “Quando finirete?”. “E chi lo sa”,  risponde con aria sconsolata uno dei pochi operai che si aggirano.

Da marzo a oggi è cambiato poco. Resta una costruzione fantasma accanto al carcere, il cui aspetto più desolante sono le gabbie dove i detenuti dovrebbero attendere le udienze, in violazione se non della Convenzione di Ginevra almeno della dignità: sotto il livello del suolo, in una bolgia oscura senza finestre. Non sembrano terminati neanche i lavori per le stanze che dovrebbero ospitare di notte i magistrati durante le camere di consiglio, loculi, alcuni dei quali senza finestre e bagno, dove difficilmente le toghe vorranno riposare per meditare sulle sentenze.

Il progetto iniziale prevedeva due aule di udienza, poi si è deciso di ridurre a una l’aula e destinare gli altri spazi a un grande archivio. Sopra l’aula sono previsti gli alloggi dei giudici, sotto le celle per ‘ospitare’ i detenuti nelle pause dei processi. Ma negli anni è successo di tutto: i soffitti sono crollati, la ruggine ha aggredito le gabbie, la falda acquifera è salita, com’era prevedibile ma non previsto nel piano originario.

Il cambiamento più evidente è la crescita dell’erba ad altezza d’uomo nei campi che bisogna attraversare per raggiungere l’edificio perché una strada per accedervi non c’è e mai ci sarà: i terreni non sono stati espropriati, come prevedeva il progetto iniziale.

Qualche mese fa,  su impulso della procura generale di Milano la corte dei conti ha aperto un’indagine con l’ipotesi di reato di ‘danno erariale per opera incompiuta’, mentre la procura a cui pure è giunta una segnalazione per il momento non sembra interessata ad approfondire il dossier. (manuela d’alessandro)

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Quando Hacking Team, Ros e Aruba dirottarono il traffico del web

Hacking Team e il Ros dei carabinieri con l’appoggio di Aruba hanno dirottato o interrotto il servizio web ai danni di migliaia di ignari navigatori per inseguire le tracce di sospetti criminali. Tutto senza alcun provvedimento dell’autorità giudiziaria.

L’episodio, raccontato per primo da un giovane ingegnere italiano su  http://blog.bofh.it/id_456 ed emerso dai file pubblicati da wikileaks, dimostra che l’attività ‘borderline’ dei trojan di Stato può danneggiare non solo obbiettivi sensibili ma anche chi finisce per caso sulla loro strada.

Due anni fa il Ros si trova  nel panico perché un server utilizzato in Romania per carpire informazioni su alcuni indagati viene chiuso per motivi tecnici e non è più possibile raccogliere i dati dei sospettati. Per recuperare il controllo remoto dei dispositivi intercettati, i reparti speciali dei carabinieri e HT chiedono al provider Aruba di dirottare verso i propri server il traffico diretto all’ex provider romeno. Aruba  non può spostare solo un sito ma deve dirottare l’intera classe di indirizzi IP.

Risultato: improvvisi blocchi della navigazione con siti che non appaiono più raggiungibili o, peggio ancora, utenti che finiscono su siti ‘esca’ col rischio di beccarsi un’infezione dai trojan di Stato al posto del vero obbiettivo.

E’ legale? In questo momento supponiamo di sì, fino a legge o pronuncia contraria di un giudice, ma saremmo più tranquilli se su questi temi ci si confrontasse in modo solare e se certe azioni ‘spericolate’ avvenissero col controllo di un magistrato.  (manuela d’alessandro)

le email del dirottamento:   1 2 3 4 5 6 7 8 9

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Essere contro il 41 bis e non essere mafiosi

 

Su alcuni temi non riusciamo in Italia a fare passi in avanti.
Negli anni ottanta chi contestava giuridicamente le leggi antiterrorismo era un terrorista, chi adesso prova a fare dei ragionamenti critici sul 41 bis, o è un mafioso o aiuta la mafia. Tutto questo è il frutto della necessità da parte di molti, a fronte di alcuni tipi di reati , di essere per forza ” tifosi”.
Se tu sei contro la mafia devi tifare sempre per i magistrati, i giudici che fanno i processi ed approvare qualsiasi normativa che riguarda i mafiosi , al di là del merito. Insomma, devi metterti in tribuna e fare il tifo.
Quindi non puoi prendere posizioni critiche: sul 41 bis, per esempio, sono di tutta evidenza ragionevoli le norme che tendono a impedire il proseguimento dell’attività criminosa dal carcere all’esterno (questo dovrebbe valere peraltro per tutti i reati),  ma perché i sottoposti a 41 bis, possono vedere i propri familiari solo per un’ora al mese in un giorno predeterminato , perché chi ha figli pre – adolescenti può avere un contatto fisico con il minore per soli 10 minuti?
La limitazione del contatto fisico con il figlio minore tutela la collettività, o forse siamo in presenza di una inutile afflizione?
Come si giustifica, ancora  con la tutela della collettività, la limitazione a detenere in cella libri, i limiti di acquisto di beni alimentari, il fatto che le ore d’aria sono limitate rispetto agli altri detenuti ?
Non è forse che tali misure servono ad accontentare l’opinione pubblica, o almeno quella parte che per alcuni reati vorrebbe la pena di morte e visto che in Italia, per fortuna non c’è, almeno pretende il carcere duro?
E come si concilia con l’art.27 della Costituzione il fatto che il 41 bis viene applicato anche a coloro che sono in stato di custodia cautelare?
Si possono porre queste domande ed andare come ho fatto io stamattina a ricordare le vittime della strage di Via Palestro?
Io credo di si, dobbiamo forse ricordarci tutti, che anche i peggiori reati o i più terribili fenomeni criminali, devono essere affrontati rispettando le garanzie costituzionali, che valgono per tutti, non solo per alcuni.

(avvocato Mirko Mazzali,  capogruppo Sel del Comune di Milano)

Ho visto i miei figli e non riuscivo a parlare, lettere dal 41 bis