giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Le nuove materie ‘top secret’ sottratte dal governo all’accesso civico

Ora che il Governo se ne va, veniamo a scoprire grazie a un tweet  della giornalista Laura Carrer che a marzo un decreto firmato dalla ministra Luciana  Lamorgese ha amputato alcuni dei più preziosi strumenti in mano non solo ai giornalisti ma anche e soprattutto a tutti i cittadini per controllare cosa combini la pubblica amministrazione.

Il provvedimento allarga e di molto le situazioni in cui può essere negato l’accesso semplice ai documenti amministrativi e quello generalizzato, il cosiddetto FOIA d’importazione anglosassone, rendendo  complicato  avere informazioni anche in materie cruciali come l’immigrazione e le tecnologie di sorveglianza. A colpire in modo particolare è il bollino ‘top secret’ imposto su quello che accade alle frontiere. Vanno sotto chiave  “i documenti relativi agli accordi intergovernativi di cooperazione, di programmi per la collaborazione internazionale di polizia inclusa la gestione delle imprese e della cooperazione” e quelli che riguardano “la cooperazione con l’Agenzia Europea della Guardia di Frontiera e Costiera per la sorveglianza delle frontiere esterne dell’Unione Europea  coincidenti con quelle italiane”. Il riferimento sembra proprio essere a Frontex.

Il variegato elenco delle carte sottratte al diritto di accesso comprende anche “le relazioni di servizio, le informazioni e gli altri atti o documenti inerenti a materiali di alta tecnologia utilizzati per le operazioni speciali” e le “relazioni tecniche sulle prove d’impiego dei materiali e dei sistemi informatici e di telecomunicazione oggetto di sperimentazione”.

Alla base di queste limitazioni c’è il concetto di “sicurezza nazionale”, lo stesso in nome del quale il Governo negò nei mesi scorsi all’agenzia di stampa AGI la possibilità di far sapere in base a quali atti vennero fatti tornare indietro  nel giro di poche ore i militari spediti nelle zone di Nembro e Alzano per trasformare in  ‘zona rossa’ il territorio più aggredito dal Covid provocando, forse, più vittime delle tantissime che già si contarono.  (manuela d’alessandro)

Testo aggiornato della legge

 

 

Destra sotto sbornia contro i diritti di Cesare Battisti

 

Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria accoglie la richiesta di Cesare Battisti di essere declassificato. Da detenuto ad alta sorveglianza a detenuto comune. Suscitando la reazione di Fratelli d’Italia che attacca: “Decisione inaccettabile, soccorso al terrorismo rosso”.
“Per giudicare questi provvedimenti bisogna conoscere le norme e le leggi. Dire che non è accettabile vuol dire ammettere di non conoscere” ha replicato il garante regionale delle persone sottoposte a misure interdettive o limitative della libertà in Emilia Romagna, Roberto Cavalieri che aggiunge: “Questa persona ha seguito l’iter normativo in modo corretto, l’amministrazione penitenziaria ha riconosciuto quello che non poteva non riconoscergli. Declassificazione non significa che l’amministrazione penitenziaria cancella i reati terroristici, ma è una questione gestionale e logistica. Non incide sul tipo di condanna che ha avuto. Vuol dire che diventa un detenuto comune”.
“Ultimo soccorso al terrorismo rosso, una aberrazione dopo anni di latitanza, appena assaggiato il regime carcerario italiano il criminale terrorista ottiene la declassificazione a detenuto comune, una vergogna” sono le parole di Andrea Del Mastro Dellevedove responsabile giustizia di Fratelli d’Italia secondo il quale “ancora più una vergogna che il Dap stia prendendo questa decisione gravissima e scellerata a pochi giorni dal cambio del governo. L’impunita’ del terrorismo rosso non è certamente la politica che il governo di centrodestra intende mettere in campo”.
Il problema era stato sollevato dalla parlamentare del Pm Enza Bruno Bossio che in una interrogazione aveva ricordato che era stato escluso il regime di cosiddetto ergastolo ostativo e che i reati commessi da Battisti risalgono a oltre quarant’anni addietro.
“Sono allibito dalle polemiche – dice l’avvocato difensore Davide Steccanella – Battisti continua a scontare l’ergastolo. Non c’è alcun problema di pena o di vittime, è stata emendata una declassificazione di regime carcerario che non aveva ragione di essere”.
Steccanella ricorda che l’ultimo reato il suo assistito lo aveva commesso nel 1979. “O vogliamo dire che ha bisogno della sorveglianza speciale perché dalla cella non riprenda la lotta armata?” polemizza il legale.
La stessa procura di Milano nei mesi scorsi aveva depositato il parere favorevole alla declassificazione della condizione di detenuto per Cesare Battisti.
Fratelli d’Italia si trova evidentemente sotto sbornia elettorale fino al punto di scambiare una declassificazione per una sorta di scarcerazione. In realtà essendo i fatti reato di Battisti così lontani nel tempo l’ex esponente dei Pac avrebbe potuto beneficiare della condizione di detenuto comune praticamente dal giorno del rientro in Italia. I difensori avevano subito posto il problema spiegando che bisognava amministrare la giustizia applicando la legge senza la necessità di procedere a vendette. Battisti ebbe difficoltà anche a veder riconosciuto il diritto a farsi da mangiare in cella il riso bianco per ragioni di salute. Insomma il
clima politico non lo permetteva. Basta ricordare che ben due ministri ripresero Battisti in manette con i loro smartphone diffondendo poi le immagini. Garbo istituzionale diciamo.
(frank cimini)

SiCobas, ai pm e al gup lezione di diritto dal Riesame

Non distinguono tra un’associazione sindacale e un’associazione per delinquere come non era mai accaduto nemmeno in momenti di enormi tensioni sociali tipo un cinquantennio fa. È “l’addebito” dei giudici del Riesame di Bologna ai pm di Piacenza e al gup che aveva accolto la richiesta di arrestare i sindacalisti di SiCobas e Usb per associazione per delinquere. Sono state depositate le motivazioni del verdetto con cui lo scorso 3 agosto erano tornati in liberta’ gli indagati.

Il rischio secondo il Riesane è quello della criminalizzazione in se dell’associazione sindacale per giunta in un settore delicato come quello della logistica dove le condizioni di lavoro sono molato difficili.  Il picchettaggio le occupazioni degli stabilimenti industriali il blocco delle merci non c’entrano nulla  con la contestazione del reato previsto dall’articolo 416 del codice.

Il Riesame ha smantellato l’impianto accusatorio della procura convalidato dal gip che aveva fatto copia e incolla rispetto alla richiesta di arresto sia pure optando per i domiciliari al posto del carcere.

La magistratura era intervenuta pesantemente nel conflitto sociale scegliendo di tutelare datori di lavoro senza scrupoli che aumentano lo sfruttamento dei lavoratori con il sistema dei subappalti.

Una operazione politica travestita da indagine giudiziaria per bloccare le iniziative di lavoratori in lotta per la difesa dei loro diritti.

I giudici ridicolizzano l’accusa ai sincadacalidti di essersi addirittura arricchiti perché  i numerosi accertamenti patrimoniali hanno portato a un nulla di fatto. Nessun pagamento in nero Messina fattura falsa come del resto ammesso poi dagli stessi pm. Insomma l’associazione per delinquere ipotizzata e esibita a fine luglio in una conferenza stampa è caduta e si è fatta pure molto male.

(frank cimini)