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Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Pm Esposito indagato, sullo sfondo c’è il caso Ruby?

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Strana storia quella che coinvolge Ferdinando Esposito, il pm milanese figlio di Antonio, uno dei giudici della Cassazione che nell’agosto 2013 ha confermato la condanna a 4 anni per la vicenda Mediaset a Silvio Berlusconi.

Un avvocato, Michele Morenghi, lo accusa di essersi  fatto prestare da lui migliaia di euro e avergliene chiesti altri con insistenza per pagare l’affitto e afferma di averlo accompagnato ad Arcore il 22 maggio 2013. Le carte dell’inchiesta non le conosciamo ma tra le ipotesi che possiamo azzardare è che la Procura sospetti che Esposito si spacciasse come una sorta di ‘talpa’ al Cavaliere e a Minetti, di cui era amico tanto da finire nei guai per una cena con lei, per l’inchiesta Ruby. Stando a quanto scrive oggi il Corriere della Sera, il giovane Esposito sarebbe accusato di concussione per le pretese economiche avanzate nei confronti del legale ma anche di millantato credito, accusa che potrebbe essere spiegata proprio con l’idea ‘talpa’. Morenghi il 10 febbraio scorso è stato anche sentito come testimone da Bruti e da Boccassini che poi hanno spedito le carte a Brescia, competente per i presunti reati dei magistrati. La difesa di Esposito, che dovrebbe essere assistito dall’avvocato Biancolella,  punta sulla scarsa attendibilità di Morenghi, già avvocato di Fabrizio Corona durante Vallettopoli, e non nuovo a rivolgere accuse ‘istituzionali’. Nel luglio 2013, il legale, che ha studio sia a Piacenza che a Budapest, è stato denunciato dalla Polizia stradale della cittadina emiliana per villipendio delle istituzioni. In un ricorso contro una multa aveva scritto che di essere “vittima di ripetute persecuzioni di appartenenti all’Arma dei Carabinieri”. Esposito era già stato ‘assolto’ dal Csm per la cena in un ristorante di lusso con Minetti, e stamattina, pur apparendo molto provato, si è dichiarato “sereno che verrà dimostrata sua estraneità alle accuse” di Morenghi al quale assicura di non avere “mai mancato di rispetto”. (manuela d’alessandro)