giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Giustiziami compie 10 anni! La nostra storia, i nostri grazie

Il 15 settembre 2013 Giustiziami pubblicava il suo primo articolo. Per ragioni di vita e di lavoro degli autori, è diminuita la frequenza dei post ma questo blog è sempre vivo, palpitante e pronto ad accogliere chiunque voglia scrivere di giustizia da punti di vista insoliti.

La sua longevità e l’amore dei lettori dimostrano quanti ed enormi spazi ci siano per raccontare in modo diverso quello che accade nelle procure, nei tribunali, nelle carceri, in qualsiasi luogo in cui ci sia un’ombra da provare a schiarire. Diverso significa con linguaggio schietto e una speciale attenzione alle persone e ai temi che vengono trascurati dalle cronache giudiziarie perché sono poco appetibili per il grande pubblico o perché  normalmente si è molto più attenti a dare voce al più forte (le Procure) o alla fonte che conviene  ‘alllisciare’ per avere notizie (qui siamo a Giustiziami ed è un mondo con regole a parte!).  Una curiosità: a ispirarne la nascita fu proprio un giudice durante una strampalata chiacchierata al settimo piano.

Alcuni articoli ci hanno privato del saluto di magistrati e avvocati, uno addirittura ha fatto così arrabbiare l’ente pensionistico dei giornalisti (!) che ci ha chiesto una valanga di soldi, salvo poi perdere la causa. E’ stata l’unica querela presa in più di duemila articoli. Di questo siamo grati a chi, pur essendo stato criticato in modo pungente, ha capito che dietro questo blog c’è solo un gruppo di matti che non ci ha mai guadagnato un centesimo e lo mantiene in vita per divertimento e perché c’è bisogno di un spazio libero anche per chi viene censurato e qui trova un ‘riparo’, anche in forma anonima, com’è successo più volte.

Il nostro grazie, in ordine sparso, a chi in diversi modi ha viaggiato con noi in questi dieci anni: Cristina Manara, Igor Greganti, Davide Steccanellla, Mauro Straini, Eugenio Losco, Jari Pilati, Lorenza Pleuteri, Jacopo Barigazzi, Jacopo Tondelli, Lorenzo Dilena, Luca (Orsola) Fazzo, Mirko Mazzali, Maurizio Maule, i nostri cari Cristina Bassetto ed Emilio Randacio. E a chi, colleghi e lettori, continua a mostrarci stima e affetto. Viva Giustiziami!

Manuela D’Alessandro e Frank Cimini

 

Csm, l’autoassegnazione del Mottarone da parte della giudice fu un atto generoso

Violare le regole si può, anche per i magistrati, se è per agevolare il buon funzionamento della giustizia. L’autoassegnazione da parte della giudice Donatella Banci Buonamici del procedimento sull’incidente della funivia del Mottarone che provocò 14 morti “non era regolare” ma “fu un atto di generosa disponibilità farsi carico di un procedimento particolarmente complesso e delicato”. Così  la sezione disciplinare del Csm ha motivato l’assoluzione dell’ ex presidente dell’ufficio gip del tribunale di Verbania, che era accusata dalla Procura Generale della Cassazione di avere violato “i criteri assegnati dalle tabelle” per avere deciso di attribuirsi il fascicolo in un momento di grande difficoltà del suo ufficio.

Sarebbe toccato alla collega Annalisa Palomba che stava sostituendo una collega impegnata a smaltire un grosso arretrato ma a sua volta era occupata anche in un dibattimento penale e c’era il rischio che non avrebbe finito in tempo per decidere la convalida dei fermi di alcuni indagati del 26 maggio 2021 nell’ambito dell’inchiesta sulla caduta della funivia. Nella decisione viene spiegato che il comportamento della giudice, difesa dall’avvocato Davide Steccanella, rispose “chiaramente a esigenze di buon funzionamento dell’ufficio giudiziario” e l’autoassegnazione “non poteva certamente, benché non regolare, essere percepita come condotta pregiudizievole dell’immagine del magistrato né del rapporto interno tra i magistrati dell’ufficio risultando in questa specifica prospettiva, a fronte delle difficoltà complessive dell’ufficio, un atto di generosa disponibilità”.  L’assegnazione “doverosa” a Palomba, spiega il Csm, “avrebbe con molte probabilità creato ulteriori gravi difficoltà all’ufficio”.

Il resto della storia è che il presidente del tribunale di Verbania, Luigi Montefusco, tolse il fascicolo a Buonamici, che non aveva convalidato i fermi creando molte polemiche.

Non c’è terrorismo ma pm insiste comunque per la galera

Nonostante il Tribunale del Riesame abbia annullato l’accusa di associazione sovversiva finalizzata al terrorismo la procura di Genova insiste affinché le 9 misure cautelari tra arresti domiciliari e obblighi di dimora siano trasformate in carcerazione a carico degli anarchici che rispondono di pubblicazione clandestina (la rivista Bezmotivny che sta in bacheca sulla pubblica via e viene spedita per abbonamento postale) e istigazione a delinquere per aver inneggiato ad Alfredo Cospito.

All’udienza di stamattina il pm non si è presentato in aula davanti al Riesame facendo riferimento alla memoria già presentata al collegio che aveva escluso il reato associativo e che è stata nuovamente depositata.

Gli avvocati delle difese hanno discusso ribadendo la necessità di rigettare la richiesta della procura. Secondo il pm gli indagati dovrebbero finire in carcere per la responsabilità di aver scritto su una rivista ormai praticamente chiusa a causa di ristrettezze economiche e per aver manifestato solidarietà a Cospito. Per la procura gli indagati sono “inaffidabili” in quanto “refrattari alle regole imposte dall’autorita’”. Le difese fanno riferimento alla violazione e della libertà di pensiero. Il Tribunale del Riesame si è riservato di decidere sulle misure cautelari e lo farà nei prossimi giorni.

Intanto nel carcere di Sassari Bancali Alfredo Cospito è stato sospeso per una settimana dalle attività ricreative e sportive perché nel corso del colloquio con la sorella Claudia lo scorso 8 agosto parlando della vicenda delle foto dei genitori che non può tenere in cella aveva detto: “le foto me le hanno sbloccate da Torino dal signor Salutto (in realtà il procuratore generale Saluzzo n.d.r.) quella testa di c…. ma il carcere si sarà opposto”.

L’avvocato Flavio Rossi Albertini ha presentato reclamo spiegando che la diffamazione ipotizzata non è ravvisabile giuridicamente richiedendo la stessa la comunicazione con due persone e che la frase pronunciata da Alfredo Cospito si risolverebbe al massimo in una ingiuria oggi depenalizzata.

Secondo il legale la sanzione è al di l fuori del principio di legalità “ovvero di tassatività e tipicità delle infrazioni disciplinari non essendo rinvenibile alcuna previsione normativa che sanzioni il comportamento tenuto dal proprio assistito”.

Il 14 settembre ci sarà a Torino l’udienza per discutere sulla possibilità di tenere in cella le foto dei genitori. Il 19 ottobre a Roma invece si parlerà della richiesta di revoca del 41bis davanti al Tribunale di Sorvegliana.

(frank cimini)

flexible-and-youthful-joints
healthy-nails-and-beautiful-feet
weight-loss-2023
Unlocking Your Weight Loss Journey: Discover the Power of LeanBiome
LeanBiome – Your Ultimate Journey to a Healthier You
unlocking-secret-to-flexible
unlocking-your-weight-loss-journey
java-burn-and-coffee-dynamic-duo
optimal-joint-health
joint-health-for-a-pain-free-life
Flexible-and-Youthful-Joints-Joint
Metanail: Unveiling the Secret to Healthy Nails and Beautiful Feet
your-weight-loss-journey-discover2023
weight-loss-leanbiome-your-ultimate
Your-Weight-Loss-Journey-Discover-the-Power-of-LeanBiome
Flexible-and-Youthful-Joints
Power-of-Hearing-Support
Power-of-Java-Burn
Understanding-Hearing-Problems
secret-to-flexible-and-youthful-joints
approach-to-healthy-weight-loss-in-2023
effortless-weight-loss-exipure
smoothies-for-rapid-weight-loss
mastering-blood-sugar-diet-and-weight-loss
try-this-12-week-yoga-burn-challenge
tea-burn-secret-for-effortless-transformation

Riesame Genova annulla accusa di terrorismo

A Genova non c’è nessuna associazione sovversiva finalizzata al terrorismo. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame bocciando la tesi della procura. Restano 4 anarchici agli arresti domiciliari e altri 5 con obbligo di dimora con le accuse di pubblicazione clandestina della rivista Bezmotivny e offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubbluca. Insomma la logica dei giudici è stata quella di un colpo al cerchio e uno alla botte perché non se la sono sentita di cancellare la tesi dei pm su tutta la linea.
Dice l’avvocato Fabio Sommovigo uno dei difensori: “Dovremo attendere le motivazioni per avere un quadro davvero preciso della decisione. Dal dispositivo però già emerge con chiarezza che il Tribunale del riesame di Genova ha escluso la sussistenza dell’associazione terroristica ipotizzata dal pm e dal gip. È stata quindi accolta sul punto la prospettazione difensiva e eliminata dalla vicenda cautelare quella che appariva, sinceramente, un’interpretazione errata e abnorme.
Resta, invece, confermata la decisione di mantenere l’applicazione di gravi misure cautelari connesse esclusivamente alla realizzazione di un periodico che, peraltro, prima dell’ordinanza cautelare, aveva già cessato le proprie pubblicazioni. Ciò preoccupa.
Occorrerà leggere attentamente le ragioni di tale scelta, anche al fine di valutare possibili impugnazioni.
Il legale conclude: “sono stati annullati anche annullati anche i sequestri per difetto di motivazione”.
Insomma la montagna ha partorito il topolino. Siamo sempre nell’ambito di una repressione senza sovversione e su questo adesso c’è pure il timbro dei giudici del Riesame. Il quindicinale che ora non esce più per mancanza di soldi era tanto clandestino da stare in bacheca sulla pubblica via a Carrara.
Tra un mese e mezzo il Riesame depositerà le motivazioni della sua decisione. Intanto hanno chiuso un giornale di opposizione con tanti saluti alla libertà di stampa (frank cimini)

Giurisprudenza creativa, pm: anarchici sono inaffidabili

“Non emergono dagli atti di indagine elementi seri e concreti che consentano di fare affidamento su una cooperazione da parte degli indagati. Anzi tale concorso di volontà non solo non è ipotizzabile ma può ragionevolmente escludersi. Si tratta di soggetti refrattari al rispetto delle regole imposte dall’autorita’”. Questo scrive il pm di Genova Federico Monotti nel ricorso contro la decisione del gip di decidere “solo” per arresti domiciliari e obblighi di dimora in relazione alla posizione degli anarchici accusati di associazione sovversiva finalizzata al terrorismo per la pubblicazione della rivista Bezmotivny definita dai magistrati “clandestina” pur stando in bacheca sulla pubblica via di Carrara.
Siamo in presenza di una giurisprudenza sempre più creativa che arriva a affermare che gli indagati devono cooperare con l’indagine altrimenti non risultano affidabili. Per cui per loro ci può essere solo la custodia cautelare in carcere. Il ricorso del pm sarà discusso davanti al Tribunale del Riesame il 6 settembre mentre quello dei difensori che chiedono di annullare tutte le misure cautelari sarà esaminato domani mattina lunedì.
Agli atti è stata allegata una relazione della Digos sull’ultimo numero della rivista che è praticamente stata chiusa con l’esecuzione delle misure cautelari. La polizia racconta le difficoltà economiche del quindicinale emergenti dallo scambio di mail tra gli indagati per concludere: “Malgrado le difficoltà appare di tutta evidenza la ferma volontà del gruppo editoriale a proseguire nella stampa del quindicinale anarchico clandestino proseguendo nella loro idea apologetica associativa istigatoria ed esaltando sia la parte ideologica sia l’azione diretta”.
Hanno paura lor signori insomma di un quindicinale chiuso per mancanza di soldi perché tra l’altro non tornerebbero indietro i soldi delle vendite delle copie mandate a diversi centri sociali. Mezzo secolo fa più o meno il potere costituito scatenò la repressione per un fumetto pubblicato dalla rivista Metropoli. Ma almeno il potere di allora aveva l’attenuante cosiddetta che c’era di mezzo Moro e oltre ai morti per le strade. Qui nel terzo millennio siamo alla repressione senza sovversione. Del tutto preventiva. (frank cimini)