giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Né magistrati, né avvocati, le ‘nozze d’argento’ di Mani Pulite si celebrano in un’aula vuota

Il dato nitido è che l’aula magna è vuota come neppure al più tremendo dei corsi di formazione professionale (c’è da dire che qui crediti non ne sono previsti). L’unico magistrato in aula, spettatore di se stesso, è uno dei relatori, Pier Camillo Davigo, attorno al quale cresce e poi si smorza una polemica su una presunta diserzione dell’Ordine degli Avvocati milanesi motivata dalla sua presenza di “ospite sgradito”. Così almeno ce la racconta Francesca Scoleri, presidente di Themis & Metis, che ha organizzato l’incontro. Il tempo per le agenzie di battere la notizia che arriva la precisazione del presidente dell’Ordine, Remo Danovi: “Ci mancherebbe, nessun disagio a discutere col presidente di Anm, come già accaduto in passato”. Scoleri però insiste in apertura dell’incontro: “La miglior risposta a chi ha voluto impedire questo incontro è averlo realizzato”.

Perché allora non c’è nessuno (poco più di una decina di ‘veri’ spettatori, il resto sono giornalisti)?

Antonio Di Pietro spiega in piedi e con foga gladiatoria dei tempi antichi la “grande amarezza di quest’aula vuota”con “l’unica cosa che resta di Tangentopoli: la desolazione dell’opinione pubblica che non ci crede più”.

Va bene, fose non è stata data pubblicità all’evento ma la sensibilità degli avvocati non può che essere lontanissima dai proclami manettari del presidente dell’Anm. Pensiero che non sfiora nemmeno gli oratori impegnati nell’autocelebrazione di una stagione molto opaca sul fronte dei diritti delle difese. (manuela d’alessandro)