giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Ruby ter, 16 mesi di rinvii: il processo che non comincia mai

Sedici mesi di rinvii, l’ultimo oggi. Il processo Ruby ter, il capitolo più ‘fresco’ della saga giudiziaria nata dalle rivelazioni della giovane marocchina Karima El Mahrough, di fatto non è ancora iniziato.

Sì, pm, giudici e avvocati si sono trovati molte volte in aula, da quel 3 luglio 2017, data d’avvio del giudizio a carico, tra gli altri, di Silvio Berlusconi, accusato di avere comprato la reticenza dei testimoni dei primi due procedimenti Ruby. Ma, ad ora, non si è fatto un passo nemmeno minimo verso la sentenza, il primo piccolo passo di ogni processo: la discussione delle eccezioni preliminari, i famosi ‘cavilli’ che sono l’antipasto del dibattimento.

Com’è stato possibile? Alla prima udienza di luglio, i giudici della X sezione penale rinviano all’11 settembre, dopo avere riunito la posizione del fondatore di Forza Italia, separata dalle altre dopo la chiusura delle indagini del giugno 2015  per i suoi problemi al cuore, con quella degli altri 23 imputati, tra cui Ruby e tante ragazze che frequentavano villa San Martino ad Arcore.

Il motivo: aspettare che altri tribunali sparsi in Italia definiscano la competenza territoriale sulla posizione di alcuni indagati. In autunno però la situazione non è ancora chiara, così i giudici aggiornano tutto all’anno nuovo, ma il 29 gennaio, su richiesta della Procura a cui la difesa Berlusconi non si oppone,  rinviano al 7 maggio, per attendere gli sviluppi dell’udienza preliminare che vede imputati l’ex premier e altre 3 partecipanti alla cene. “Non avrebbe senso moltiplicare lo stesso processo davanti a più collegi”, si giustifica il Tribunale. Il 26 marzo, in effetti, il gup Maria Vicidomini manda a processo Berlusconi e le tre ragazze che avrebbero ricevuto i pagamenti più recenti.

Sembra fatta. Invece il 7 maggio succede solo che i giudici danno conto di avere chiesto al Presidente del Tribunale Roberto Bichi, come legge pretende, di riunire i due procedimenti. Seguono vari passaggi in aula e fuori per arrivare al 2 luglio quando finalmente pare che possa scoprirsi il sipario. E invece i giudici nuovi di zecca rimandano a settembre quelli che nel frattempo sono diventati i 27 imputati accogliendo le istanze delle difese che chiedono tempo per affrontare la discussione sulle parti civili.  Vigorosa la protesta di una delle presunte vittime del ‘bunga bunga’, Imane Fadil: “Intervenga il Ministro della Giustizia”. All’udienza del 24 settembre salta fuori che Mariarosaria Rossi, la senatrice di Forza Italia, vuole risarcire le pari civili. Inoltre, si decide di attendere la definizione del frammento torinese del Ruby ter, quello che vede protagonisti sempre Berlusconi e Roberta Bonasia, trasferito da Milano a Torino e poi rientrato alla base. Che si fa? Un altro rinvio, anche per consentire che le trattative tra Rossi e le parti civili facciano il loro corso. Il ‘pezzetto’ torinese nel frattempo non si definisce perché la difesa Berlusconi, che aveva promesso di rinunciare all’udienza preliminare per accelerare la riunione col filone principale, cambia idea. La Procura manifesta per questo la sua “irritazione”.  Ed eccoci ad oggi. Nemmeno nello scenario autunnale si alza la bandierina del via perché manca un giudice per motivi personali e allora viene fissata una nuova data, al 10 dicembre. Avete mal di testa?

(manuela d’alessandro)

Perché la ‘fedelissima’ di Berlusconi risarcisce le “vittime” del bunga bunga

“Ma dietro il risarcimento della senatrice Rossi c’è Berlusconi?”. Alla domanda l’avvocato Salvatore Pino, legale di talento e spirito, ribatte con una battuta e una risata: “Siete proprio dei cornuti voi giornalisti”. Eppure ci vuole poca fantasia a immaginare che dietro la mossa della parlamentare di Forza Italia Mariarosaria Rossi di risarcire le presunte vittime del bung bunga (Imane Fadil, Chiara Danese e Ambra Battilana) si potrebbe stagliare l’ex Cavaliere. La notizia è stata annunciata in aula proprio dall’avvocato Pino, difensore della ‘fedelissima’ di Silvio, e ha determinato  l’ennesimo rinvio del processo ‘Ruby ter’ iniziato nel gennaio 2017  strozzato sul nascere da una serie di lungaggini da far impallidire le infinite epopee giudiziarie già affrontate da Berlusconi. Tutto aggiornato al 14 novembre anche per consentire alle trattative di fare il loro corso.

Ma perché la senatrice Rossi vuole risarcire le tre ragazze ospiti alle serate di Arcore? Sembra che gli avvocati dell’entourage del fondatore di Forza Italia siano seccati dalle continue esternazioni alla stampa delle parti civili, in particolare da quelle della modella di origini marocchine Imane Fadil. “Pensi a fare il nonno invece di candidarsi alle europee”, ha proferito la ragazza dopo l’udienza di oggi. Di certo, se l’accordo si farà, la Rossi, accusata di falsa testimonianza, godrà dello sconto di un terzo della pena previsto in casi di risarcimenti prima che il processo entri nel vivo. L’altra ipotesi è che si vogliano ‘togliere di torno’ le uniche che hanno interesse a celebrare in fretta questo processo, nella speranza di portare a casa un risarcimento, accontentandole subito.  Battilana, Danese e Fadil poi, anche se dovessero revocare la costituzione di parte civile in seguito a un risarcimento, verranno di nuovo richiamate in aula come testimoni, con l’obbligo di dire tutta la verità. Quanto sarebbero condizionate dal denaro ricevuto le ragazze che hanno puntato il dito contro il ‘bunga – bunga’? (manuela d’alessandro)

La storica carta che riabilita Silvio Berlusconi

Ecco la carta ‘storica’ (qui integrale)  che riabilita Silvio Berlusconi dopo anni di agonie giudiziarie e l’esilio dal Parlamento. Non è ancora definitiva perché la Procura Generale sta meditando se impugnarla. Ha tempo  15 giorni, a partire da venerdì scorso, per opporsi alla decisione dei giudici della Sorveglianza e, in particolare, all’argomento garantista per cui gli altri pesi sul groppone dell’ex Cavaliere (tornerà ad esserlo, ora?), a cominciare dal Ruby tre,  ”non escludono di per sé la sussistenza della regolarità della condotta”. Sul punto, i giudici spiegano di aver seguito la Cassazione, secondo la quale “la mera pendenza di un procedimento penale per fatti successivi a quelli per cui è intervenuta la condanna” non è di ”ostacolo” all’accoglimento della riabilitazione, perché  vale la ”presunzione di non colpevolezza”. Ma qualche sostituto procuratore generale fa notare che si poteva anche dare una valutazione diversa delle inchieste ancora pendenti sull’ex premier. La parola finale spetterà al procuratore generale Roberto Alfonso che oggi ha fatto sapere di non avere ancora preso alcuna decisione. Intanto emerge qualche curioso retroscena sull’udienza in camera di consiglio non indicata negli ‘statini’ , come avviene di solito, appesi alle porte. Tutto si è svolto in gran segreto in un venerdì pomeriggio in cui la riabilitazione di Berlusconi è finita nel calderone di una videoconferenza per discutere la posizione di alcuni detenuti in 41 bis. A proposito: tra le grane ancora attuali, i giudici hanno omesso di citare l’indagine fiorentina in cui, stando a notizie di stampa, il fondatore di Forza Italia è indagato per le stragi di mafia del 1992 e 1993. (manuela d’alessandro)

 

Ritratto di famiglia in sentenza: crociere, domestici e lussi di Veronica Lario

“Lunghe crociere ai Caraibi per almeno 4/5 settimane all’anno”, “estetiste, parrucchieri e personal trainer a domicilio”, la “frequentazione, per almeno 5 settimane all’anno, di Villa Certosa a Porto Rotondo”. Il provvedimento con cui i giudici della Corte d’appello di Milano Maria Cristina  Canziani (presidente), Pietro Caccialanza e Maria Grazia Domanico(consiglieri) tolgono l’assegno mensile di 1,4 mln a Veronica Lario restituisce anche un brillante ‘ritratto di famiglia’ e degli agi in cui ha vissuto l’allora first Lady. Sono gli stessi legali della signora Lario a rivelare in un lungo elenco i lussi di cui godeva la Lario quando spiegano  il tenore di vita che desidererebbe mantenere. Durante il matrimonio, “hanno sempre prestato servizio domestico presso Villa Belvedere di Macherio almeno una dozzina di persone”, “i costi relativi alla gestione, al personale, alla vigilanza e alla sicurezza sono sempre stati sostenuti in parte dal dott. Berlusconi personalmente e in parte attraverso societa’ a lui riconducibili”; “è  stata svolta attivita’ di manutenzione e conservazione della Villa Belvedere, del parco, compreso  impianto irriguo, statue, vasche, fontane, della piscina coperta, della palestra e dei macchinari in essa contenuti, degli automezzi, anche di quelli elettrici usati per lo spostamento nella proprietà”; Veronica ”ha sempre praticato attivita’ sportiva anche nella palestra pertinenziale a Villa Belvedere, attivita’ sportiva seguita da personal trainer e istruttori”. E ancora si legge nel provvedimento che “durante il matrimonio gli addetti alla sicurezza di Villa Belvedere di Macherio e della signora erano circa 25, operanti su turni che comportavano la presenza fissa 365 giorni all’anno, sia diurna che notturna” e che “anche più volte alla settimana e ogni volta che ne aveva necessità, in prossimità dei viaggi la signora riceveva attraverso la propria segretaria, che a sua volta ne aveva fatto richiesta al marito a mezzo del suo contabile, somme di denaro contanti per le spese minute”. Veronica “era solita utilizzare aerei ed elicotteri della società del marito per i propri spostamenti internazionali, oltre a voli di linea nella classi massime” e “più volte all’anno ha svolto viaggi, anche intercontinentali” e negli ultimi 4 anni, si è recata alle Galapagos, in Polinesia, nelle Fiji, in Nuova Zelanda, in Cambogia, Laos e Thailandia, in Brasile, Siria, a Parigi, a Praga e a New York, a Londra, in montagna, a Venezia e a Roma”. Gli “oneri relativi a tutti i viaggi”, viene precisato, “erano sostenuti direttamente dal marito o attraverso veicoli societari a lui riconducibili”. I suoi legali danno conto pure che la loro assistita “”ha sempre acquistato abiti realizzati da noti stilisti e si è dedicata alla cura del proprio corpo, sia dal punto di vista estetico che sportivo”.   (manuela d’alessandro)

Il mistero dell’appello scomparso del processo Ruby – bis

 

Che fine ha fatto l’appello del processo Ruby bis?

Il 22 settembre 2015 la Corte di Cassazione, accogliendo i ricorsi delle difese, aveva annullato con rinvio le condanne di Emilio Fede (4 anni e 10 mesi) e Nicole Minetti (3 anni).  Gli ‘ermellini’ spiegavano che sarebbe stato necessario rifare a Milano un nuovo processo di secondo grado alla luce del “grave vuoto motivazionale” della sentenza impugnata. In particolare, ai giudici della Corte d’Appello veniva rimproverato di non aveva accertato a carico dei due imputati fatti concreti relativi alle singole ragazze che avrebbero indotto a prostituirsi nonostante “la meticolosità con la quale si soffermavano sui concetti generali in tema di prostituzione, induzione  e favoreggiamento”.

E d’accordo che la prescrizione è di là da venire, ma più di due anni per fissare una data appaiono davvero tanti e fanno pensare che non ci sia nessuna voglia di celebrare un processo forse ritenuto non così indispensabile. Nel frattempo, Fede ha compiuto 86 anni e l’ex igienista dentale si è trasferita a Ibiza da dove  pochi giorni fa ha messo in mostra  il suo ‘lato b’ riflesso in uno specchio per le migliaia di  follower su Instagram. Del resto, c’è poca fretta anche per altre indagini e processi nell’ambito della saga giudiziaria nata dalle rivelazioni della ragazza marocchina. L’impressione è che questo sia un capitolo ormai archeologico che si abbia voglia di chiudere. In fondo, ora Berlusconi è diventato anche una vittima  per questa  Procura che ha aperto un’inchiesta sulla base di un suo esposto nella vicenda di Vivendi per l’affare (saltato) Mediaset Premium.   (manuela d’alessandro)