giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Milano capitale di rivoluzione fallita, il libro di Steccanella

Con un gioco di parole possiamo dire che Milano fu la capitale dello scontro tra capitale e lavoro, uno scontro sociale durissimo poi sfociato in una guerra civile a bassa intensità (ma neanche tanto bassa in verità).   E Davide Steccanella avvocato e scrittore, già autore de “Gli anni della lotta armata“, partendo da una serie di articoli usciti su Repubblica nell’estate del 2019, in “Milano 1962 1986 gli anni della violenza politica” ripercorre la storia per ricordare a chi c’era e spiegare daccapo a chi non c’era i fatti che evidenziano problemi non ancora risolti e per certi versi aggravati.

Scrive nella prefazione Claudia Pinelli figlia del ferroviere anarchico ucciso in Questura da un gruppo di servitori dello Stato democratico nato dalla Resistenza antifascista (definizione pomposa e solenne quanto poco rispondente al vero): “Sono tante le persone di cui si è persa la memoria, fa effetto vederle messe tutte in fila con un vissuto di cui magari non condividiamo il percorso ma che comunque va ricordato a segnare una esistenza in vita bruscamente interrotta inserita in un contesto più grande anche questo da ricordare. Non è il rimanere inchiodati al passato ma l’essersi assunti la responsabilità il non aver rinunciato anche dove la giustizia si è fermata uscendone forse vinti ma consapevoli di quello che è stato, riuscendo a trasformare la rabbia in un impegno contro l’indifferenza“.

Via Mengoni, 12 ottobre 1962. Durante la manifestazione organizzata dalla Cgil contro l’embargo Usa a Cuba muore Giovanni Ardizzone. Tra i testimoni del fatto Primo Moroni che poi fonderà la libreria Calusca punto di riferimento della sinistra rivuzionaria. “La magistratura stabilì che Ardizzone era stato schiacciato dalla folla in fuga. Noi l’avevamo visto ammazzare da una camiotta di cui ricordo gli ultimi numeri di targa, sei e otto. Questo per me fu l’ultimo episodio che fece traboccare il vaso”.

Il presunto grande partito della classe operaia in cui Moroni militava si schierò con la versione ufficiale. Compromesso storico in nuce. Moroni sovversivo di razza era fatto di tutt’altra pasta e lasciò il partito.

Poi Piazza Fontana “la madre di tutte le stragi” scrive Steccanella, l’uccisione di Pinelli dopo un fermo protratto oltre i termini di legge. Tutto benissimo ricostruito nel libro di Gabriele Fuga e Enrico Maltini dal titolo “La finestra e’ ancora aperta”, citato da Steccanella, dove in base agli atti desecretati negli anni 90 emerge la presenza in questura di uomini dei servizi segreti venuti da Roma a coordinare le indagini. Una presenza della quale all’epoca tutti tacquero anche chi avrebbe avuto tutto l’interesse a parlarne anche pee alleggerire le proprie responsabilita’. Tra i ”silenziatori” il commissario Calabresi poi ucciso il 17 maggio del 1972. Da Lotta Continua, dicono le sentenze.

“Milano in quegli anni era ricchissima di protagonismo proletario, sono anni in cui non solo gli operai ma soprattutto i tecnici sono in prima fila a portare il concetto della trasformazione sociale nella ricerca di un cambiamento per uno stato delle cose presenti che non potevano funzionare – la testimonianza di Paola Besuschio – io sono una giovane compagna vivo tutta l’esperienza del ‘68 e le Brigate Rosse per me sono un’ipotesi del prosieguo della lotta rispetto a una trasformazione di cose che in quel momento non andavano bene”. Sono le parole che la donna disse a Sergio Zavoli per “La notte della Repubblica”.

Il libro di Steccanella è fatto per smentire che quegli anni furono soltanto una scia di sangue e di politica della paura. “Non è così perché sono stati anni di conquiste sociali politiche e culturali di enorme significato – scrive l’autore – con l’approvazione di leggi quali lo statuto dei lavoratori, il servizio sanitario nazionale, la legge Basaglia, le riforme del diritto di famiglia della scuola e del diritto penitenziario, le leggi su divorzio e aborto l’obiezione di coscienza. Poi c’è stata anche un’altra storia intensa e dolorosa. Si può anche far finta che non sia accaduta ma siccome è accaduta prima di voltare una pagina bisogna leggerla  come dice  Predrag Martvejevic. E allora leggete il libro di Davide Steccanella.

(frank cimini)