giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Milano Cortina non è Expo si indaga senza moratorie pare

Ci sarebbe anche il presunto tentativo di pilotare il televoto per la scelta del logo Milano-Cortina 2026 nell’indagine della procura di Milano in cui si ipotizzano corruzione e turbativa d’asta in merito agli appalti dei servizi di digitalizzazione per l’evento. Massimo Zuco ex dirigente della Findazione indagato con l’ex amministratore delegato Vincenzo Novari, con Luca Tomassini rappresentante di Vetrya avrebbe insistito affinché uno dei loghi relativi all’evento oggetto del televoto pubblico avesse la meglio sull’altro.

Gli ex dirigenti sarebbero stati corrotti con denaro e altre utilità come una Smart per compiere atti contrari al dovere d’ufficio e favorire l’affidamento delle gare relative al cosiddetto ecosistema digitale di fondazione Milano.

Dal decreto di perquisizione emerge che Luca Tomassini avrebbe sponsorizzato il manager Zuco per fargli ottenere un posto dentro la Fondazione, Almeno per il momento sembra escluso il coinvolgimento di politici che insegna la storia recente non sono indispensabili per certi “magheggi”. La differenza rispetto all’evento Expo 2015 è cge la procura indaga e non omaggia il sistema paese “per senso di responsabilità” come ebbe a dire Renzi ringraziando i pm di allora.
Insomma i tempi cambiano. Del resto il sindaco Sala ha avuto già modo di lamentarsi per le indagini sulle violazioni urbanistiche dimostrando di non averle gradite. Lui che si tempi di Expo per l’affare Farinetti venne prosciolto senza neanche essere interrogsto. E per questo riuscì a essere candidato a sindaco vincendo la campagna elettorale per il primo mandato.
(frank cimini)

Dal governo ora pure “suggerimenti” dannosi a Ilaria Salis

Non bastava che il governo italiano a conoscenza del caso Salis fin dal giorno dell’arresto si muovesse per trovare una soluzione solo dopo le immagini del Tg3 con ceppi manette e guinzaglio. No, adesso al danno cercano di aggiungere la beffa, i ministeri della Giustizia e dell’Interno “suggerendo” all’insegnante di Monza l’iscrizione tra gli italiani residenti all’estero al fine di poter più agevolmente vedere rispettato il suo diritto di votare alle elezioni europee.
Giustamente Roberto Salis, il padre della ragazza definisce la proposta assolutamente fuori luogo perché come conseguenza si perderebbe il diritto di poter avere gli arresti domiciliari in Italia invece che a Budapest.
L’ingegner Salis inoltre risponde al ministro Antonio Tajani chiedendo di sapere quali sarebbero i meriti vantati per la soluzione del caso. “La decisione di presentare ricorso contro la negazione dei domiciliari è stata unicamente della famiglia, ne’ suggerita o caldeggiata da nessuna istituzione” sono le parole del padre della ragazza.
Tajani replica di non voler rispondere alle polemiche accusando come sempre chi a suo dire avrebbe politicizzato il caso. Non c’era in realtà nulla da politicizzare in una vicenda assolutamente ed è esclusivamente politica fin dall’inizio.
Parlando di cose concrete prima del 24 maggio, data della prossima udienza, la famiglia Salis verserà i 40mila euro della cauzione in modo che l’imputata possa essere trasferita nella casa di una privata cittadina disposta ad ospitarla. Ilaria Salis avrà’ il braccialetto elettronico in modo da poter essere controllata.
In udienza la ragazza in carcere dal 23 febbraio dell’anno scorso non sarà più incatenata e ammanettata per ascoltare nell’occasione i testimoni dell’accusa. Si tratta dei militanti neonazisti che lei avrebbe aggredito provocando ferite guaribili tra i 5 gli 8 giorni e che nel capo di imputazione sono diventate “letali” al punto da far ipotizzare una condanna a 24 anni di reclusione, 11 anni in caso di patteggiamento.
(frank cimini)

Viola confermato capo pm, la grande sconfitta di Md

Il Consiglio di Stato ha confermato in via definitiva Marcello Viola come capo della procura di Milano rigettando il ricorso di Maurizio Romanelli ex aggiunto nel capoluogo lombardo e da poco nominato a capo dei pm di Bergamo. La decisione conforme a quella che aveva preso il Tar chiude una lunghissima vicenda di lotta tra le correnti dell’Associazione nazionale magistrati che aveva fatto registrare anche roventi polemiche.

Il Consiglio di Stato la rilevato come correttamente il Csm avesse riconosciuto la maggiore rilevanza delle funzioni direttive svolte da Viola, considerando “di minore rilievo l’esperienza semidirettiva svolta da Romanelli presso la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo in ragione della sua durata di poco superiore al biennio, della sua mancata sottoposizione al vaglio della procedura quadriennale di conferma e delle modalità del suo conferimento”.
Inoltre l’incarico semidirettivo di procuratore aggiunto pur se svolto da Romanelli nell’ufficio messo a concorso non fosse di per se idoneo a superare le esperienze dirette vantate da Viola.

La delibera del Csm di due anni fa “va condivisa perché la stessa illustra in dettaglio le ragioni della prevalenza di Viola sotto i profili del lavoro giudiziario, organizzativo, delle esperienze di rilievo ordinamebtale e di quelle in ambito formativo”.

Maurizio Romanelli era sostenuto dalla corrente di Magistratura Democratica, la stessa di cui avevano fatto parte i due ultimi capi della procura milanese Francesco Greco e Edmondo Bruti Liberati. C’era bisogno di una inversione di rotta anche a livello politico che portava tra l’altro a interrompere dopo decenni la prassi di un procuratore capo proveniente sempre dal palazzo di giustizia di Milano.

Secondo il Consiglio di Stato “nessuna delle censure dell’appello te si mostra suscettibile di positivo apprezzamento, non riuscendo le stesse e inficiare la legittimità della procedura per cui è causa e del suo esito favorevole a Marcello Viola”.

La prevalenza di Marcello Viola ex pg a Firenze è stata considerata netta. Magistratura Democratica che riteneva la procura di Milano una sorta di suo feudo è stata la grande sconfitta di una lunga tenzone. E va ricordato che i periodi legati alla direzione di Bruti Liberati prima e Greco poi erano stati caratterizzati da molte polemiche. Lo scontro tra Bruti e l’allora aggiunto Alfredo Robledo. Infine la spaccatura dell’ufficio inquirenti in relazione al caso Eni-Nigeria con le divergenze (eufemismo) tra Paolo Storari e Fabio De Pasquale sfociate poi nel processo di Brescia dove i due in aula se ne sono dette di tutti i colori.
(frank cimini)

Israele “dimentica” le torture citate dai giudici italiani

Le autorità israeliane rinunciano almeno per il momento a ottenere la consegna di Yaeesh Anan accusato di terrorismo e spiegano di farlo perché il giovane palestinese è indagato in Italia per gli stessi fatti e si trova tuttora in carcere. Nella motivazione della loro iniziativa di cui ha preso atto la corte di appello dell’Aquila non c’è il minimo accenno a un particolare fondamentale.
I giudici italiani nel negare l’estradizione chiesta allora da Israele avevano indicato tra i motivi del rigetto le ricorrenti torture alle quali sono sottoposti i palestinesi in Israele.
Per cui spiegava la corte di appello Anan una volta estradato avrebbe corso seri rischi per la propria incolumità.
“Israele ha dimenticato di menzionare la circostanza ostativa delle torture praticate nelle sue carceri contro i palestinesi. La cui ricorrenza aveva indotto la corte di appello a dichiarare Anan non estradabile – dice l’avvocato Flavio Rossi Albertini – Ma si sa che l’unica democrazia in medioriente soffre di amnesia selettiva“.
“Alla luce dell’esistenza di indagini italiane in corso le autorità israeliane desiderano – si legge nella comunicazione inviata – in questa fase di ritirare la domanda di estradizione e si riservano il diritto di ripresentarla in una fase successiva nel caso scelgano di farlo. Vorremmo ringraziare le autorità italiane per il loro impegno e assistenza in questo caso e ribadiamo la nostra disponibilità a una continua collaborazione tra i due paesi”.
Insomma Israele fa finta di niente rispetto al fatto che un paese amico dica esplicitamente che da quelle parti in mediooriente i detenuti vengono torturati per cui non si fida di consegnare persone accusate di terrorismo.
Va ricordato che Anan e altri due palestinesi sono stati arrestati in riferimento ai loro comportamenti sul web e sospettati di essere in procinto di compiere attentati. Ipotesi ovviamente tutta da dimostrare. Ma intanto stanno in carcere. Yaeesh Anan ha perso la libertà ma nel caso fosse stato estradato in Israele avrebbe rischiato di perdere molto di più. Questo è stato detto con il timbro di una corte di appello del nostro paese. Non è poco. Anzi.
(frank cimini)

Sul 41bis di Cospito giustizia in corto circuito

Sul 41bis di Alfredo Cospito confermato dalla Cassazione che ha respinto il ricorso del difensore la giustizia riesce ad andare in corto circuito con una motivazione che risulta il massimo della contraddittorietà. I supremi giudici da una lato citano le parole della procura nazionale antimafia e antiterrorusmo secondo cui Cospito pur da detenuto “continuava a compiere condotte apologetiche della violenza anarchica”.
Dall’altro lato viene letteralmente bocciato il parere della stessa Dna che dava atto di una ridotta pericolosità dell’anarchico e concludeva per sostituire il regime del 41bis con quello dell’alta sorveglianza un gradino appena più sotto mantenendo la censura sulla corrispondenza.
Secondo la Cassazione il parere della Dna “seppure particolarmente autorevole non costituisce un ‘fatto nuovo’ ma piuttosto una valutazione di carattere meramente giuridico come tale non decisiva ai fini della revoca anticipata del regime carcerario di cui si tratta”.
Insomma la Cassazione gira e rigira la frittata affinché Alfredo Cospito sia seppellito vivo. Nemmeno le sentenze che avevano dichiarato insussistente l’associazione sovversiva nei procedimenti “Bialystock” e “Sibilla” non influiscono in alcun modo sulla “operatività della Federazione Anarchica Informale”.
Per la Suprema Corte non c’è stata nessuna violazione di legge perché la motivazione del Tribunale di Sorveglianza di Roma non risulta mancante avendo dato risposta a tutte le argomentazioni contenute nella richiesta di revoca anticipata.
Il ricorso viene così dichiarato inammissibile e il ricorrente condannato a pagare le spese processuali e 3000 euro in favore della cassa delle ammende.
La Cassazione spiega la sua decisione facendo riferimento al ruolo di Alfredo Cospito “descritto come figura di vertice del movimento anarchico insurreziinalista Fai-FRI “ancora attivo e pericoloso”.
Gli eventi prospettati dalla difesa di Cospito per la Cassazione “erano già stati valutati in sede di ricorso avverso il decreto genetico del regime speciale oppure non potevano considerarsi nuovi e come tali indicativi del venir meno delle condizioni poste a fondamento di detto provvedimento prima della sua scadenza naturale”.
La realtà è che Cospito viene considerato ancora più pericoloso dopo il lunghissimo sciopero della fame che ne avrebbe aumentato il carisma nell’ambito dei movimenti anarchici. Insomma siamo alla creazione di una sorta di nuovo reato, “il digiuno a scopo di terrorismo”. Per cui reclami e ricorsi non servono. La continuazione dell’ apologia della violenza anarchica serve a confermare il regime del 41bis tradendolo e travisandolo nello spirito e nella lettera perché il regime speciale dovrebbe (condizionale d’obbligo) servire esclusivamebte a impedire contatti con le organizzazioni esterne. L’apologia insomna è un alibi perché non sanno che pesci pigliare.
(frank cimini)