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La decisione del Csm di rigettare la richiesta del Pg della Cassazione Giovanni Salvi di trasferire da Milano il pm Paolo Storari impedendogli di esercitare le stesse funzioni anche altrove taglia la testa al toro e contiene un chiaro messaggio per il procuratore Francesco Greco.
Greco alla luce della scelta del Csm, chiara e netta, appare sempre più in bilico. Il procuratore dovrebbe coordinare fino al 14 novembre data della pensione, un ufficio inquirente dove ben 60 pm su 64 avevano espresso solidarietà a Storari smentendo Greco.
Il procuratore aveva sostenuto che Storari consegnando i verbali di Piero Anara a Davigo avrebbe “gettato discredito sull’intero ufficio”.
Si tratta della stessa linea scelta dal Pg Salvi il grande sconfitto di questa vicenda in cui è l’intera magistratura a fare una magra figura (eufemismo).
Salvi evidentemente pensava di risolverla trattando Storari come Luca Palamara. Trasferendo Storari e impedendogli di continuare a fare il pm secondo il Pg della Cassazione avrebbe risolto tutto.
E invece il no secco del Csm ha aggravato la situazione. Diciamolo chiaramente: anche il documento dei 69 pm solidali con Storari non è stato formalmente depositato al CSM ha finito per pesare in modo decisivo.
Adesso sarà il procuratore Francesco Greco a decidere cosa fare. Nel caso il procuratore andasse in pensione in anticipo accelererebbe l’iter per la nomina del suo successore dove i favoriti sono il Pg di Firenze Marcello Viola e il capo dei pm di Bologna Jimmy Amato.
Non sembra avere molte chance il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli unica candidatura interna all’ufficio. Questa volta i pronostici sono tutti per un “papà straniero”, un magistrato fuori dai giochi e dai giri della procura meneghina.
(frank cimini)