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Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Il flop di Mani pulite bis, tutti prescritti

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Di processi anche importanti che finiscono in prescrizione ce ne sono tutti i giorni nei tribunali italiani, ma pochi giorni fa la corte d’appello di Milano ha ‘spazzato via’ le nove condanne, dai due anni a 3 anni e 6 mesi di reclusione, emesse in primo grado nel processo relativo a presunte tangenti pagate ad ex dirigenti di Enipower e Enelpower tra il 2002 e il 2004. Non si tratta di una vicenda giudiziaria qualsiasi perché nel 2004, quando scattarono 11 arresti per appalti energetici anche in Medio- Oriente, il pm Francesco Greco supportato poi dal gip Guido Salvini scrisse: ” Sarà peggio di Mani pulite”. Gli inquirenti avevano infatti interpretato male una telefonata intercettata in cui si diceva: “Facciamo presto perché incombe la campagna elettorale”. E subito iniziarono a circolare voci e indiscrezioni su somme ingenti finite ai partiti politici. Invece quelle parole captate dalle cimici erano solo una millanteria, una furbata al fine di mettere le mani sul denaro il prima possibile. Enipower-Enelpower si rivelò una storia di ordinaria corruzione. Nessuna Mani pulite bis, insomma. Forse perché avevamo già dato o forse perché quando una storia si ripete passiamo dalla tragedia alla farsa. Con la differenza che Mani pulite tra due pesi e due misure, uso spropositato del carcere per ottenere confessioni, indagini non fatte al fine di garantire la forza d’urto della magistratura contro i politici, l’inchiesta era già stata allo stesso tempo tragedia (per i numerosi suicidi) e farsa. Fu utile l’indagine sì, ma a costruire carriere politiche e fortuna personali, rimpinguando il conto in banca di magistrati che risposero alle critiche ricorrendo ai loro pari, i colleghi della porta accanto con cause civili milionarie.

Alla fine abbiamo scampato la seconda puntata, ma lo stato di diritto già compromesso pesantemente dalla ‘lotta al terrorismo’ si vide infliggere un’altra grave ferita non ancora rimarginata per responsabilità che vanno divise tra le toghe e i politici. (frank cimini)

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