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Non si ferma la saga da ”amici miei” che vede coinvolto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri per i suoi presunti rapporti con i Ligresti. Tanto che, proprio mentre il Guardasigilli incassa la fiducia del Parlamento malgrado i turbamenti del Pd su quelle telefonate con la compagna e il fratello di ‘Don’ Salvatore, da Milano esce ‘nero su bianco’ il virgolettato di un verbale dell’ingegnere di Paternò: racconta di quella volta che avrebbe raccomandato la vecchia amica a Berlusconi. Una ”segnalazione”, una spintarella, presunta, all’italiana.
E’ il 15 dicembre 2012. Il pm di Milano Luigi Orsi interroga Salvatore Ligresti in una tranche dell’inchiesta Fonsai, quella in cui è indagato per calunnia e corruzione anche l’ex presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini, che per 8 anni avrebbe chiuso un occhio sul gruppo assicurativo anche perché Ligresti gli aveva promesso, tramite Berlusconi, un posto all’Antitrust. E quando il pm gli chiede ”quanto spesso” gli sia ”capitato” di ”segnalare delle persone all’autorità politico-amministrativa”, l’ex patron di Fonsai si ricorda della sua vecchia conoscenza. ”Mi feci latore – ha spiegato – del desiderio dell’allora prefetto Cancellieri che era in scadenza a Parma e preferiva rimanere in quella sede anziché cambiare destinazione”. E con chi si fece latore? Con il Cavaliere ovviamente, che c’entra sempre.
”L’attuale ministro Cancellieri è persona che conosco da moltissimi anni e ciò spiega che mi si sia rivolta e io abbia trasmesso la sua esigenza al Presidente Berlusconi. In quel caso – ha concluso Ligresti – la segnalazione ebbe successo perché la Cancellieri rimase a Parma”. La risposta del Ministro è affidata ad una nota: ”E’ surreale pensare che in entrambi i casi (i due periodi in cui è stata commissario straordinario a Parma, nel ’94 e nel 2011, ndr), Annamaria Cancellieri abbia potuto chiedere un interessamento per rimanere a Parma, potendo ricoprire incarichi più impegnativi e qualificanti”.
Nelle nuove carte depositate, tra l’altro, altri intrecci amicali e familistici – oltre all’ormai noto caso del figlio del Ministro Piergiorgio Peluso che lavorava in Fonsai – non mancano di certo. Quando si tratta di descrivere il suo rapporto con Berlusconi, infatti, ‘Don’ Salvatore dice: ”Siamo amici di vecchia data, veniamo dalla gavetta (…) con il Presidente si parla di tutto”. E non è un caso poi, come ha chiarito sempre l’ingegnere siciliano, che Marco Cardia, avvocato e figlio dell’ex presidente della Consob, abbia ottenuto in passato un incarico di consulenza legale pagato da Fonsai. ”Non mi è parso un luminare del diritto”, mette a verbale Jonella Ligresti, secondo cui ”non c’è bisogno di diffondersi sulle ragioni” di questa nomina. No Jonella, non c’è bisogno. Tutti, si può concludere, teniamo famiglia e poi ci sono pure gli amici e anche le amanti: l’ex ad di Fonsai Fausto Marchionni per dare un lavoro alla sua fidanzata clandestina compra addirittura un’assicurazione intera, la ‘Liguria’, operazione che si rivelerà un ‘bagno di sangue’. E perfino un finanziamento con nobili fini, quello di Fonsai per i piccoli malati del Bambin Gesù, suona sinistro. I soldi finiscono in quell’ospedale perché lì fa la volontaria la moglie di Giannini. Un arbitro si compra anche con le buone azioni. (Roger Ferrari e Frank Cimini)