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giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

L’attentato di Atene? È tutta colpa di Alfredo Cospito

Le indagini sull’incendio della macchina di Susanna Schlein, vice ambasciatore in Grecia, fatto avvenuto quindi ad Atene le fanno in Italia, politici e giornalisti, a cominciare dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la prima persona che ha indicato “la pista anarchica”.
Ma con la creatività e la fantasia del Bel Paese si fa ancora di più dicendo che l’attentato sarebbe avvenuto ad opera di anarchici in solidarietà con Alfredo Cospito in sciopero della fame da un mese e mezzo nel carcere di Sassari Bancali per protestare contro l’applicazione dell’articolo 41bis, carcere duro: blocco della corrispondenza sia in entrata sia in uscita e solo due ore d’aria al giorno in un cubicolo da cui non si vedono le nuvole o il sole.
Insomma lor signori non sanno niente dell’incendio di Atene ma fanno ammuina prendendosela con una persona che in pratica stanno torturando. La notizia viene gonfiata perché Susanna Schlein è la sorella di Elly da tempo sotto i riflettori dell’attenzione generale perché candidata alla segreteria del partito democratico. Per cui giornali che sulla vicenda carceraria di Alfredo Cospito non hanno scritto una riga ignorando deliberatamente anche l’udienza dì mercoledì davanti al Tribunale di Soveglianza di Roma ora hanno scoperto il caso, diciamo, perché fa comodo strumentalizzarlo nell’ambito di una caccia alle streghe che nella storia di questo paese ha già fatto danni inanerrabili. E siamo proprio nei giorni che ci avvicinano all’anniversario di piazza Fontana e del “volo” dell’anarchico Pinelli rubricato coma malore attivo da un giudice “democratico e antifascista”. Insomma è tutta colpa di Cospito Alfredo che sta rischiando la vita digiunando per tutelare i suoi diritti che restano tali anche in una prigione dello Stato nato dalla Resistenza.
(frank cimini)

Cospito contro il 41bis Giudici decideranno chissà quando

L’anarchico Alfredo Cospito è in sciopero della fame da un mese e mezzo per protestare contro l’applicazione dell’articolo 41 bis, carcere duro, con divieto di corrispondenza che viene bloccata sia in uscita sia in entrata e il diritto a solo due ore d’aria in un cunicolo dal quale si fa fatica a vedere il cielo. Ieri mattina davanti al Tribunale di Sorveglianxa di Roma, l’unica autorità abilitata a decidere in merito al 41bis sull’intero territorio nazionale (parlare di una sorta di tribunale speciale non pare proprio azzardato) il difensore Flavio Rossi Albertini ha discusso il ricorso in un’udienza durata un paio d’ore.
Il Tribunale si è riservato di decidere e non ha termini perentori da rispettare a livello di tempi. Per cui la situazione in cui si trova Cospito, che ha già perso 24 chili digiunando, sembra destinata a peggiorare.
Secondo l’avvocato Rossi Albertini “le limitazioni imposte a Cospito non sono strettamente correlate e con le esigenze di sicurezza perseguite e assumono natura ingiustificatamente e puramente limitativa divenendo ingiustificate deroghe all’ordinario regime carcerario con una porta puramente afflittiva non riconducibile alla funzione attribuita dalla legge al provvedimento ministeriale”.
Per la difesa siamo oltre la ratio della norma che serve per impedire i contatti con l’esterno in modo da evitare che siano commessi altri reati. Cospito si vede bloccare la corrispondenza che era fatta di interventi politici da pubblicare sulle riviste dell’area anarchica e non certo di pizzini o strani geroglifici da decrittare. Non è accertato inoltre che la Federazione anarchica informale di cui fece parte Cospito sia tuttora operante e comunque non si tratta di una organizzazione strutturata. “È il primo caso di un anarchico al 41 bis – aggiunge il difensore – regime che nasce per combattere la mafia stragista ma che viene applicato a un anarchico”
Ieri sia davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma sia a Genova ci sono stati presidi di solidarietà con Cospito organizzati dagli anarchici. E qui bisogna fare attenzione perché come ricorda l’avvocato Margherita Pelazza, esperta delle questioni relative all’articolo 41bis, in passato le manifestazioni di solidarietà fuori dalle carceri e dai palazzi di giustizia sono state considerate una sorta di “aggravante” perché dimostrerebbero la pericolosità sociale delle persone destinatarie dei provvedimenti. Gli anarchici nel capoluogo Ligue hanno esposto striscioni contro il carcere duro definito “tortura di Stato”.
L’articolo 41bis ha preso il posto dell’articolo 90 che aveva contrassegnato il carcere duro nel corso dei cosiddetti anni di piombo. A firmare il decreto del provvedimento per Alfredo Cospito era stata Marta Cartabia ministro della Giustizia nel governo presieduto da Mario Draghi che si era sempre espressa per meno carcere e il meno afflittivo possibile. A parole.
(frank cimini)

Nordio il gattaro che non risponde su Tigro “intercettato”

Per dare forza alla promessa di riformare il codice Rocco nei giorni scorsi il ministro della giustizia Carlo Nordio aveva spiegato: “Lo giuro sui miei gatti Rufus e Romeo”.  Ma adesso nella vita dell’ex magistrato è entrato un altro micio perché il deputato Roberto Giachetti gli ha chiesto di attivare i poteri ispettivi su una vicenda che l’esponente di Italia Viva ha definito “tragicomica”.

Nordio non ha ancora risposto all’ interrogazione parlamentare relativa all’annorazione della Digos poi allegata dai pm di Torino agli atti dell’inchiesta su Askatasuna in cui si leggeva che l’indagata Dana Lauriola nell’agosto del 2020 parlava in camera da letto con il suo gatto.

Ben difficilmente (eufemismo) le parole della donna potranno risultare di qualche interesse investigativo per cui l’onorevole Giachetti sollecita il ministro a intervenire sugli uffici giudiziari del capoluogo piemontese per conoscere le ragionI della presenza tra gli atti della “intercettazione” relativa a Tigro e alla sua padrona.

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Ma in realtà non c’è da stare allegri per nessun motivo nel constatare il modo con cui si fanno le indagini. Parliamo di una inchiesta per associazione sovversiva accusa poi modificata dal Riesame in associazione per delinquere. Il ricorso dei difensori degli indagati del centro sociale Askatasuna sarà discusso in Cassazione il prossimo 24 novembre.

Per manacanza in questi tempi di materia prima, la sovversione, gli uffici Digos dell’intero paese sono abbastanza disoccupati. È chiaro che dovendo giustificare la loro esistenza e soprattutto i costi di strutture spropositate rispetto alla bisogna i poliziotti si aggrappino a tutto. Il resto lo hanno fatto i magistrati allegando al fascicolo di indagine le coccole fatte dalla signora Lauriola e i miao di Tigro che nei suoi 17 anni di vita ne aveva già viste di tutti i colori. Dana infatti era finita in carcere a scontare una condanna a due anni di reclusione senza sospensione condizionale della pena per aver parlato con un megafono durante una manifestazione in autostrada. Oggi però avrà gioito anche Tigro perché la sua padrona si è laureata. In attesa dell’udienza in Cassazione e di un eventuale chiarimento in merito all’”ascolto” registrato da agenti che evidentemente hanno poco da fare (frank cimini)

Giachetti: intercettata indaga con gatto Nordio si attivi

“L’intercettazione di un dialogo tra una indagata e il suo gatto, che viene inserita negli atti di un’inchiesta da parte della Procura di Torino, è una vicenda tragicomica che oltrepassa tutti i possibili confini della logica e del buonsenso.” Così in una nota Roberto GIACHETTI, deputato di Azione – Italia viva, sul caso che ha come protagonista Dana Lauriola, raccontato in un articolo a firma di Frank Cimini sul quotidiano Il Riformista lo scorso 7 novembre.
“La donna, che in passato aveva trascorso due anni in carcere per aver utilizzato un megafono durante una manifestazione avvenuta in autostrada, è stata coinvolta nell’operazione Sovrano, condotta nei confronti del centro sociale Askatasuna, ed è stata intercettata dalla Digos di Torino nella sua stanza da letto mentre ‘conversava’ con il suo gatto Tigro. L’intercettazione, della durata di un minuto e quattordici secondi, risulta allegata dalla Procura di Torino agli atti dell’inchiesta come documentazione utile ai fini del processo. Ho presentato su questa assurda vicenda un’interrogazione – conclude GIACHETTI – chiedendo al ministro se non ritenga di procedere, nell’ambito delle sue competenze, ad attivare i propri poteri ispettivi in relazione alle eventuali irregolarità, anomalie e/o omissioni da parte degli uffici giudiziari della Procura di Torino”. (Public Policy)
@PPolicy_News
RED
161531 nov 2022

De Maria ex Br solidale con sciopero fame di Cospito

Nicola De Maria detenuti ex militante delle Brigate Rosse colonna Walter Alasia attraverso il suo avvocato Giuseppe Pelazza comunuca di aver prolungato l’ora d’aria iL 9 novembre scorso in solidarietà con Alfredo Cospito l’anarchici in sciopero della fame contro il 41bis nel carcere di Bancali Sassari.

“Crisi guerra repressione contro lavoratori disoccupati studenti. In questo contesto – afferma De Maria – si è ultimamente estesa l’applicazione del regime carcerario del 41bis contro i prigionieri rivoluzionari mirando all’annientamento della loro identità  e integrita’ psicofisica”.

Questa mattina su due quotidiani nazionali Repubblica e Stampa sono stati pubblicati gli articoli di Luigi Manconi e Massimo Cacciari critici sull’applicazione del carcere duro per Cospito il quale ha la posta bloccata sia in entrata sia in uscita e solo un’ora d’aria in una sorta di cubicolo.

(frank cimini)