giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

La verità di Neri: io e Selvaggia volevamo solo spettegolare, non sono un pirata della rete

“Io e Selvaggia volevamo solo spettegolare: su Clooney, se era etero oppure no, sulla Venier e sugli altri vip”. Al processo sul presunto spionaggio nelle mail delle celebrità e sul ‘furto’ delle 150 foto del compleanno di Elisabetta Canalis, il principe dei blogger Gianluca Neri  raffigura lui e la giornalista del ‘Fatto’ come due “scemotti” che, dietro lo schermo dei loro pc,  si raccontavano “cose cretine”.

“Ci saremmo visti non più di 5 volte in 10 anni, ma siamo amici”, assicura Neri che ha negato al giudice Stefano Corbetta di essersi intrufolato in modo abusivo nei segreti dei famosi. “Le foto le ho trovate nel sito 4chan, una specia di ‘wikileaks’. Un link rimandava alla mail ‘giorgioclone’ e alla sua password, da lì sono arrivato alla cartelletta con le 191 immagini. Non avendo mai avuto la passione per il gossip (ndr ma per il pettegolezzo sì?) non gli ho dato molto valore: erano foto carine, sincere, con loro due che festeggiavano il compleanno”.

“Allora le ho mandate a Selvaggia in modo scherzoso. Lei aveva un’ossessione per Clooney, e chi non ce l’ha, è così bello. C’era in ballo tra me e Selvaggia il discorso su Clooney etero o no e allora le dissi ‘te le faccio vedere e vedrai che lui non la bacia mai in bocca’”. Dietro il pc, l’amica però fa un balzo: “Mi ha detto ‘ma stai scherzando? Quelle foto sono una cosa bellissima’ e poi mi ha detto di averne parlato con Gabriele Parpiglia (ndr giornalista gossipparo)”. Della trattativa che ne è seguita, con la compravendita sfumata per volontà del direttore di ‘Chi’ Alfonso Signorini, l’imputato giura di non averne saputo nulla e di non avere mai chiesto soldi per le foto. “Io e Selvaggia ci siamo visti a cena e abbiamo concordato che dalla trattativa con ‘Chi’ volevamo stare fuori”. Il pm Grazia Colacicco lo stuzzica sui messaggini che per l’accusa dimostrerebbero la consapevolezza sua e di Selvaggia di ‘spiare’ i vip. “Erano solo ‘sbruffonerie’ tra me e Selvaggia, anche la Venier l’abbiamo trovata tra quelle tenute sotto osservazione in 4chan, di qui il messaggio ‘habemus Mara”.

“E come mai – insiste il pm – lei sostiene di frequentare assiduamente 4chan, mentre a noi risulta che non ci va mai?”. “Perché – ribatte -  il pc in sequestro è stato acquistato un anno dopo i fatti”.

Questa la verità di ‘Macchianera’. Un po’ diversa da quella di Selvaggia che ha sempre detto di avere ricevuto attraverso la posta del suo blog una mail dall’indirizzo ‘giorgioclone’, non citando mai Neri. E da quella del fotografo Giuseppe Carriere che descrive Lucarelli come intermediaria nell’operazione per la vendita dei diritti delle preziose foto. (manuela d’alessandro)

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Il giudice spedisce i legali in camera di consiglio per chiudere la ‘partita’ tra blogger e Canalis

 

“Vi chiudo dentro e butto le chiavi”. Qualche avvocato fa il muso lungo di chi proprio non desidera violare la sacralità di quella stanza di solito riservata alle elucubrazioni dei giudici prima di una decisione o di una sentenza. Ma poco ci manca che lo spiritoso giudice Stefano Corbetta,  accompagni i riottosi uno per uno e per mano nella sua camera di consiglio: i legali di Selvaggia Lucarelli, Guia Soncini e Gianluca Neri alias Macchianera, accusati a vario titolo di avere rubato e spiato foto di vip, e quelli delle loro presunte vittime, Elisabetta Canalis, Federica Fontana e Felice Rusconi (rubavano-foto-e-gossip-dalle-mail-dei-vip-a-processo-selvaggia-lucarelli-e-guia-soncini).

Questo processo non è solo una tenzone tra i blogger più cliccati della rete e la ex di George Clooney la cui mail sarebbe stata monitorata per mesi sino al ‘furto’ delle foto del suo 32esimo compleanno a Villa Oleandra. E’ anche una sfida aspra tra alcuni dei legali milanesi più quotati nell’ambito del diritto informatico e delle diffamazioni (Caterina Malavenda, Giuseppe Vaciago, Marco Tullio Giordano, Barbara Indovina).

Così quando il magistrato con tono pacioso chiede se ci siano stati tra la prima udienza di giugno e quella di oggi “contatti tra gli avvocati” per trovare un accordo su un eventuale risarcimento a favore delle parti civili, le toghe si raggelano. “Se vi congedo ora – insiste Corbetta di fronte al silenzio che accompagna la sua domanda  - so già che non parlerete tra voi. Allora andate adesso nella mia camera di consiglio e provate a vedere se ci sono margini effettivi di manovra”. Uno dei legali del fronte imputati brontola: “Se proprio dobbiamo perdere mezz’ora…”.

L’inedita camera di consiglio si svolge in un clima polare, le parti sono distanti e gli stessi avvocati della difesa non appaiono compatti sulla strategia. Alla fine i legali escono dal ‘retrobottega’ del giudice senza un’intesa ma promettono di contattare i loro assistiti per valutare se ci siano le condizioni per chiudere almeno la parte del processo che riguarda ipotesi di reato nate da querela. Il giudice ci riprova : “Qualora fosse trovato un accordo, è chiaro che nel caso di un’eventuale condanna terremo conto del comportamento processuale”. Altrimenti, alla guerra. Nella sua lista dei testimoni la parte civile ha messo anche il direttore di ‘Chi’ Alfonso Signorini al quale Lucarelli propose (se a pagamento o no, lo stabilirà il giudice) le fotografie di Villa Oleandra, così appetitose perché per la prima volta gli interni di casa Clooney  sarebbero apparsi al mondo. (manuela d’alessandro)

 

 

I verbali di Lucarelli e del fotografo Carriere, le due verità sulle foto di Villa Oleandra

Selvaggia Lucarelli voleva vendere le 191 immagini strappate alla regale intimità di Villa Oleandra, durante la festa di compleanno di Elisabetta Canalis? Ed era consapevole della loro provenienza illecita?

Sono alcuni dei temi scoppiettanti del processo che vedrà imputati dal 19 giugno a Milano oltre a Lucarelli gli altri due blogger Gianluca Neri alias ‘Macchianera’ e Guia Soncini. (blog star)

Quello che finora appare certo – dalla lettura dei verbali d’interrogatorio che Giustiziami ha potuto consultare - è che le versioni di due dei protagonisti di questa vicenda non collimano. E c’è una data che, così come sottolineata dagli inquirenti, appannerebbe la credibilità della versione di Lucarelli.

Il 12 ottobre 2010 è una  giornata importante per l’inchiesta. Negli uffici del commissariato di Porta Venezia vengono sentiti non come indagati ma come testimoni, e quindi con l’obbligo di dire la verità, Selvaggia Lucarelli e il fotografo Giuseppe Carriere.

Ascoltiamoli.

Giuseppe Carriere, fotografo dell’agenzia Roma Press. “Durante un pranzo da ‘Giannino’ col giornalista di ‘Chi’ Gabriele Parpiglia e la giornalista pubblicista Selvaggia Lucarelli, ho avuto in visione da quest’ultima un servizio fotografico  posato e non carpito relativo a una festa privata,  se non erro  per il  compleanno della compagna Elisabetta Canalis avvenuta nella casa di George Clooney, noto attore cinematografico che non ha mai permesso ad alcuno di fotografare l’interno della sua abitazione in località  Laglio in provincia di Como e  per questo le foto avevano un grande interesse giornalistico e di conseguenza  un grande valore  economico. Poichè per mediare con le testate giornalistiche e cedere eventuali diritti internazionali necessita un’ agenzia fotografica competente mi sono rivolto alla Lucarelli per questo scopo. Parpiglia ha chiamato il suo direttore Signorini e ha manifestato interesse per la cosa.  Pertanto abbiamo abbiamo concordato un appuntamento. Ho avuto una chiavetta da Lucarelli delle citate foto e mi sono recato dal  vice direttore Massimo Borgnis, ignaro della provenienza del servizio che Lucarelli mi aveva riferito di avere ricevuto anonimamente”. Carriere spiega poi che Borgnis gli avrebbe offerto 100mila euro per le foto ma con la richiesta di firmare una liberatoria con la quale assumersi la responsabilità della liceità o meno delle foto. “A questo punto non essendo sicuro della loro provenienza ho chiesto di verificarla, non avendone i mezzi. Successivamente ho saputo da Borgnis della illecita provenienza delle foto e mi sono totalmente estraniato perché non è mia etica trattare materiale fotografico indebitamente carpito”. Infine, Carriere precisa che “la Lucarelli mi riferiva di avere avuto le foto tramite il suo blog con una mail”. Continua a leggere

I blogger e quella strana domanda per entrare nella posta di Clooney

“Worst habit”. Qual’ è la peggiore abitudine di George Clooney?  Se lo chiedono Gianluca Neri e Guia Soncini in uno scambio di sms finito agli atti dell’inchiesta della Procura di Milano (blog star).

Rispondere significherebbe sguazzare nella posta elettronica del divo. Difficile essere a conoscenza dei lati oscuri di George, però. Allora i due blogger, indagati assieme a Selvaggia Lucarelli per aver violato l’intimità dei vip, la buttano sul ridere. E infilano battute perfide: la sua abitudine peggiore “sarà la Canalis?. O, forse, una sua particolare abitudine sessuale? (vi risparmiamo l’espressione greve).

Più semplice azzeccare il nome dell’animale domestico di Elisabetta Canalis. “Quello che separa noi da tutto il mondo – scrive Macchianera a Soncini in uno delle centinaia di messaggi intercettati – è sapere come si chiama il coniglio della Canalis”. E infatti poi lo indovinano, riuscendo a intrufolarsi nella posta della show girl. Quando la presunta spiata si accorge che qualcuno vuole vendersi le foto della sua 32esima festa di compleanno, George, da sempre attento guardiano della privacy, si arrabbia molto minacciando denunce a tutti i partecipanti alla festa nella villa sul lago di Como. Dall’affare, secondo la ricostruzione dell’accusa, resterebbe comunque fuori Guia Soncini alla quale, come svelato da alcuni sms, era stata nascosta la trattativa, poi sfumata, per vendere le foto al settimanale ‘Chi’. E del resto agli atti non c’è un solo sms tra lei e Selvaggia. Scorrendo le carte dell’inchiesta, pare che Guia si metta nei guai solo per curiosità personale. E forse non si rende neppure conto di rischiare di commettere un reato (che andrà comunque provato in aula) se è vero che quando la chiamano in Procura, con un’ingenuità (o una sicurezza d’innocenza?) quasi stupefacente, porta di sua spontanea volontà il pc alla polizia informatica. Lì dentro ci sono decine di mail che testimonierebbero il suo coinvolgimento nell’inchiesta, ma nessuna delle foto relative alla festa sul lago di Como. Quelle sono state trovate invece nel pc di Macchianera. Nulla di sconvolgente, nessuna immagine peccaminosa. Ma è la prima volta che il mondo scorgerebbe gli interni di Villa Oleandra: impresa titanica ma meno ardua che indovinare la peggiore abitudine del padrone di casa. (manuela d’alessandro)

 

 

 

“Vendevano” foto e gossip rubati dalle mail dei vip”. A processo Selvaggia Lucarelli, Guia Soncini e Macchianera

 

 

Dove andavano a raccogliere  le chicche più squisite del gossip, tra il 2010 e il 2011, le blog star italiane Selvaggia Lucarelli, Guia Soncini e Gianluca Neri alias Macchianera? In un nascondiglio molto fecondo e troppo segreto, almeno per la legge: la memoria dei telefonini che anche per i vip dovrebbe restare un fortino inespugnabile.

Stando al decreto di citazione firmato dal pm di Milano Grazia Colacicco che li ha mandati a processo, i giornalisti e blogger riuscivano a intrufolarsi nell’intimità dei vip ottenendo “fraudolentemente” codici e password, operazioni facilitate da domande segrete a basso livello di protezione per il recupero delle parole chiave (in un caso: “Come si chiama il tuo animale domestico?”).

Il cuore dell’inchiesta sono  191 fotografie scattate durante il party per il 32esimo compleanno di Elisabetta Canalis nella sfarzosa Villa Oleandra di George Clooney, sul lago di Como. Secondo il pm, gli imputati entrano in possesso delle immagini con modi illeciti tentando di venderle al settimanale ‘Chi’ al prezzo di 120mila euro ma non riescono a chiudere l’affare perché qualcuno avvisa l’allora fidanzata del divo che sporge denuncia al commissariato Garibaldi / Venezia di Milano.

Nel processo davanti al giudice Stefano Corbetta dell’XI sezione penale, accanto alla Canalis sfileranno altre parti offese da copertina di cui gli imputati avrebbero letto le mail come se fossero una golosa rivista di pettegolezzi da sfogliare.

I blogger, si legge nel capo d’imputazione che Giustiziami ha consultato, “al fine di procurare a sé o a altri un profitto consistente nella vendita di fotografie e di informazioni o conversazioni personali di cui erano venuti a conoscenza o comunque al fine di arrecare danno a Elisabetta Canalis e alle persone di seguito indicate, si procuravano, rispondendo alla domanda segreta per la password, i codici di accesso dell’indirizzo di posta elettronica di Federica Fontana, Mara Povoleri (Mara Venier, ndr), Sandra Bullock, Scarlett Johansson e altri”.

In particolare, il profilo di Federica Fontana veniva considerato un pozzo di segreti:  gli imputati “lo monitoravano, ottenendo così indebite informazioni a loro non dirette, tra le quali l’indirizzo web, il nome utente e la password di accesso alla galleria fotografica che conteneva immagini della festa privata per il compleanno di Elisabetta Canalis”. In seguito Lucarelli, Neri e Soncini, sempre stando alle accuse,  “fraudolentemente intercettavano comunicazioni relative a un sistema informatico o telematico e ne rivelavano in parte il contenuto. In particolare, avendo fraudolentemente ottenuto gli accessi a vari account di posta elettronica, ne monitoravano la posta in entrata utilizzando un apposito account di posta elettronica come collettore unico di tutta la corrispondenza intercettata”.

I tre dovranno difendersi dalle accuse, a vario titolo, di concorso in intercettazione abusiva, detenzione e diffusione di codici di accesso (unica non contestata a Lucarelli), accesso abusivo a sistema informatico, violazione della privacy,  reati in alcuni casi aggravati dall’aver tentato di lucrarci. “Non ho mai chiesto e ricevuto un euro da nessun giornale, rivista o editore  -  scrive intanto Selvaggia su Facebook – nè per quelle foto nè per qualsiasi altra foto o notizia in altri periodi”. Per adesso nessuno ha intenzione di patteggiare (solo alcuni reati sono a querela di parte), il 19 giugno via al processo. Spegnete i computer e venite in aula.  (manuela d’alessandro)

La ‘risposta’ di Macchianera