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Andrea e Gabriele hanno 66 anni in due e sono tra i pochissimi italiani inviati di guerra nella striscia di Gaza. Vi chiederete cosa c’entri la loro storia con la giustizia e allora potremmo affidarci al pretesto che uno dei due, Gabriele Barbati, 35 anni, romano, esordì come cronista giudiziario nel Palazzo milanese durante uno stage all’Ansa. In realtà siamo ammaliati dalla storia di questi ragazzi giornalisti che hanno seguito il vento che gli batteva dentro, volando a raccontare quello che nulla ha a che fare con la giustizia. Che colpisce a caso e senza processo, senza avvocati, senza giudici, e sempre con sentenze a morte.
Gabriele, moro, ricciuto con gli occhi chiari, dopo una stagione a Pechino come corrispondente di Sky, si è spostato a Gerusalemme e adesso segue il conflitto israelo – palestinese per le reti Mediaset e la televisione svizzera italiana. Non sono giorni facili per lui, e non solo per le difficoltà di fare bene un mestiere difficile. Da oggi Gabriele ha deciso di sospendere i commenti su quanto vede pubblicati dall’inizio del conflitto nel suo profilo Facebook “a fronte degli attacchi esponenziali contro me e contro Mediaset”. Sui social intorno al suo nome si è scatenata una cruda ‘guerra nella guerra’ tra chi esprime apprezzamento per i suoi reportage e chi lo accusa di essere antisemita, un “impiegato di Hamas” al servizio del tg5 il cui direttore, Clemente J. Mimum, ha peraltro origini ebree.
Andrea Bernardi, 31 anni, riccioli biondi, laureato alla Cattolica, vive a Istanbul e si trova a Gaza per l’agenzia France Presse. Ha percorso continenti per raccontare la rivoluzione egiziana, la guerra civile siriana, l’Irak e l’Afghanistan, la proteste delle Camicie Rosse in Thailandia. A Milano per qualche tempo si è occupato degli intrighi nella Regione Lombardia finché un giorno ha radunato amici e colleghi davanti a un aperitivo e ha spiegato che la passione lo portava altrove. Ieri su Facebook ha scritto: “L’ultima delle mie nonne è morta ieri sera, mentre io sono chiuso a Gaza. Sono sicuro che saprà perdonarmi per non poter essere al suo funerale domani. Ciao nonna!”. (manuela d’alessandro)
Nei loro tweet immagini e commenti sulla guerra. Vale la pena seguirli: @gabrielebarbati.it e @andrwbern.