giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Il Csm bacchetta Bruti ma la verità su Expo resta lontana

Questo post è stato letto 6662 volte.

La bacchettata del Csm all’ex procuratore Edmondo Bruti Liberati in pensione dal 16 novembre oltre che tardiva appare largamente insufficiente a far capire cosa accadde veramente nello scontro interno all’ufficio con l’aggiunto Alfredo Robledo. Il rimprovero del cosiddetto organo di autogoverno dei magistrati a Bruti infatti riguarda solo l’estromissione di Robledo dagli interrogatori dell’indagato Antonio Rognoni e non la vicenda centrale, quella relativa alla revoca delle deleghe al capo del dipartimento anticorruzione. Non si sa nulla dei tempi relativi a questa decisione della massima importanza in riferimento al procedimento disciplinare a carico di Robledo, perchè quello di Bruti è stato bloccato dal pensionamento.

Sulla revoca delle deleghe il Csm non ha ancora chiesto al consiglio giudiziario milanese di formalizzare il parere che comunque l’organo locale aveva già messo nero su bianco due anni fa. “Il provvedimento formalmente qualificato come revoca delle deleghe – scriveva il consiglio giudiziario – si sostanzia in un trasferimento d’ufficio non consentito dall’attuale sistema ordinamentale”.

Robledo nel frattempo è stato trasferito a Torino a causa degli sms scambiati con l’avvocato della Lega Nord, Bruti è in pensione. Resta, e non è poco, che l’esclusione dell’aggiunto dagli atti istruttori e la revoca delle deleghe allo stesso bloccarono o quantomeno deviarono le indagini su Expo. L’attività del dipartimento anticorruzione fu paralizzata, come confermarono al Csm i pm del pool.

L’esposizione è finita, gli organizzatori ne decantano il successo, gridano vittoria anche se i conti veri non sono stati ancora resi noti. L’amministratore delegato Beppe Sala è il candidato favorito nella corsa a sindaco di Milano, con l’appoggio del capo del governo che in ben due occasioni, agosto e novembre scorsi, inseriva tra le ragioni del successo dell’esposizione “la sensibilità istituzionale del procuratore Bruti Liberati”.

Insomma la procura avrebbe fatto squadra nel “sistema paese”, con tanti saluti all’esercizio obbligatorio dell’azione penale. C’è il forte sospetto di una moratoria delle indagini di cui questo blog e pochi altri mezzi di informazione hanno parlato. Il Csm, torniamo a bomba, ha rigettato la richiesta del membro laico Pierantonio Zanettin di aprire una pratica al fine di verificare. A questo punto per cercare di capire cosa accadde sarebbe doveroso chiedere e acquisire il parere del consiglio locale sulla revoca delle deleghe a Robledo nell’ambito del procedimento all’ex aggiunto. In caso contario si continuerà a sentire odore di omertà. Del resto l’azione disciplinare a carico di Bruti era stata annunciata quattro giorni dopo che lo stesso aveva fissato di andare in pensione il 16 novembre. Tarallucci e vino non possono andar bene nell’attività di chi è chiamato a vigilare sulla legalità. Chi controlla i controllori? Indagare su Expo dovrebbe comportare anche accertamenti rigorosi (la sede dice il codice è Brescia non Milano) sul perchè i fondi dell’esposizione per la giustizia furono assegnati senza indire gare pubbliche a aziende che avevano già operato nel settore. Aziende amiche? Amiche di chi? (frank cimini)

 

Categoria: Nera