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Violare le regole si può, anche per i magistrati, se è per agevolare il buon funzionamento della giustizia. L’autoassegnazione da parte della giudice Donatella Banci Buonamici del procedimento sull’incidente della funivia del Mottarone che provocò 14 morti “non era regolare” ma “fu un atto di generosa disponibilità farsi carico di un procedimento particolarmente complesso e delicato”. Così la sezione disciplinare del Csm ha motivato l’assoluzione dell’ ex presidente dell’ufficio gip del tribunale di Verbania, che era accusata dalla Procura Generale della Cassazione di avere violato “i criteri assegnati dalle tabelle” per avere deciso di attribuirsi il fascicolo in un momento di grande difficoltà del suo ufficio.
Sarebbe toccato alla collega Annalisa Palomba che stava sostituendo una collega impegnata a smaltire un grosso arretrato ma a sua volta era occupata anche in un dibattimento penale e c’era il rischio che non avrebbe finito in tempo per decidere la convalida dei fermi di alcuni indagati del 26 maggio 2021 nell’ambito dell’inchiesta sulla caduta della funivia. Nella decisione viene spiegato che il comportamento della giudice, difesa dall’avvocato Davide Steccanella, rispose “chiaramente a esigenze di buon funzionamento dell’ufficio giudiziario” e l’autoassegnazione “non poteva certamente, benché non regolare, essere percepita come condotta pregiudizievole dell’immagine del magistrato né del rapporto interno tra i magistrati dell’ufficio risultando in questa specifica prospettiva, a fronte delle difficoltà complessive dell’ufficio, un atto di generosa disponibilità”. L’assegnazione “doverosa” a Palomba, spiega il Csm, “avrebbe con molte probabilità creato ulteriori gravi difficoltà all’ufficio”.
Il resto della storia è che il presidente del tribunale di Verbania, Luigi Montefusco, tolse il fascicolo a Buonamici, che non aveva convalidato i fermi creando molte polemiche.