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Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Fondi Expo Giustizia, le mail che inchiodano il Comune di Milano

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Eccole le decine di mail acquisite dalla Guardia di Finanza a Palazzo Marino che dimostrano le irregolarità nella gestione di almeno 10 milioni di fondi Expo per la giustizia. Sono quelle a  cui fa riferimento l’Anac nel provvedimento notificato venerdì scorso al Comune e al Dgsia, la struttura per gli appalti informatici del Ministero della Giustizia.

Al punto 6 di un lungo e dettagliato elenco di appalti sospetti, si spiega il ruolo avuto dal ‘Gruppo di Lavoro per l’Infrastrutturazione informatica degli Uffici di Milano’, di cui facevano parte rappresenti del Comune, il Minisitero della Giustizia e i vertici degli uffici giudiziari.  L’analisi della corrispondenza elettronica interna a questo Gruppo svela che, con circa tre mesi di anticipo rispetto alla delibera di Giunta sulla prima tranche di finanziamenti (nel settembre 2010), i giochi erano già fatti. Cioé  i partecipanti al tavolo, ciascuno in base alle proprie competenze, avevano già deciso di affidare il ‘tesoro’ di Expo senza gare pubbliche alle società Elsag Datamat e Net Service. A loro vennero garantiti ricchi contratti molto prima di capire di cosa avessero bisogno gli uffici giudiziari. E dopo, solo dopo, si trovarono le motivazioni per affidare questi lavori  alle due società, poi fuse in una sola, e in orbita Finmeccanica.

Su 72 procedimenti analizzati, sono 25 quelli che Anac considera viziati. Dei 16 milioni spesi tra il 2010 e il 2015, sono stati messi a gara solo poco meno di 6 milioni. Il resto sarebbe stato distribuito con affidamenti diretti immotivati, in nome dell’unicità del fornitore, della continuità con gli appalti precedenti e della sicurezza. Una parte della relazione di Anac riguarda anche la segnaletica interna al Palazzo e il simbolo di questa storia, i monitor appesi ovunque e mai entrati in funzione. Oltre che il ruolo della Camera di Commercio, beneficiari di lavori delicati come il restyling del sito del Tribunale, senza apparenti valide ragioni.  L’Anac chiama in causa le amministrazioni guidate da Letizia Moratti e da Giuliano Pisapia, mentre sull’accertamento delle responsabilità dei magistrati dovrebbe intervenire la Procura la cui inchiesta, aperta contro ignoti, per ora non da’ segni evidenti di vita. (manuela d’alessandro)