giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Guerra senza fine in Procura. Robledo: anche il pm Fusco ebbe contatti con l’avvocato Aiello.

E’ senza fine la guerra in procura a Milano che era sfociata nel trasferimento dell’aggiunto Alfredo Robledo come giudice a Torino nel corso del contenzioso con l’allora procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Adesso Robledo ha depositato al consiglio giudiziario, chiamato a formulare un parere sul mantenimento dell’incarico, una memoria in cui chiama in causa il pm Eugenio Fusco.

Fusco avrebbe intrattenuto rapporti confidenziali con l’avvocato Domenico Aiello, lo stesso legale con il quale Robledo aveva scambiato una serie di sms all’origine del trasferimento del magistrato a Torino.

“Nello stesso contesto dell’indagine di Reggio Calabria Aiello – scrive Robledo – sempre in occasione di conversazioni telefoniche con terzi affermava che il collega Fusco gli avrebbe rivelato in dettaglio il contenuto di una richiesta cautelare al gip depositata il 21 dicembre 2012″. “Non ho alcun dubbio che le affermazioni di Aiello non siano veridiche – aggiunge Robledo nella memoria al consiglio giudiziario –  per queste ragioni ritengo che via sia stata una disparità di trattamento. Per analoga fattispecie nei miei confronti era stato aperto un procedimento disciplinare mentre non mi risulta che analoga iniziativa sia stata adottata nei confronti del collega Fusco”

Fusco è membro del consiglio giudiziario e si troverebbe secondo Robledo in una classica situazione da conflitto di interessi non solo per le affermazioni di Aiello ma anche per la precedente vicenda Sea, il fascicolo “dimenticato” in carico allo stesso Fusco e che il procuratore Bruti Liberati affidò al dipartimento di Robledo solo a gara d’asta conclusa e quando in pratica non era più possibile svolgere accertamenti dal momento che i direttati interessati ormai sapevano di essere sotto inchiesta.

Secondo la ricostruzione di Robledo, Fusco non dovrebbe partecipare al voto in merito al parere che il consiglio giudiziario deve mandare al Csm. Quel parere è importante perché riguarda il futuro professionale di Robledo. Le sezioni civili della Cassazione infatti confermando il trasferimento di Robledo a Torino hanno anche deciso che contrariamente alla scelta del Csm il magistrato può fare l’aggiunto. La decisione non è definitiva non essendo ancora state depositate le motivazioni e di questo ritardo Robledo si duole nella memoria al consiglio giudiziario.

Va detto che rapporti di grande confidenza tra avvocati  e magistrati sono la norma, a volte pure con punte di spregiudicatezza (non ci sembrano questi i casi, né per Robledo, né per Fusco), ma il problema è che in questa vicenda ci sono stati fin qui due pesi e due misure.

A Robledo il Csm e la Cassazione hanno fatto pagare la colpa di aver gridato forte che il re è nudo, cioè che i magistrati spesso fanno valutazioni politiche. Del resto questo è il rimprovero della procura di Brescia a Bruti Liberati in merito alla gestione del caso Sea pur assolvendolo dall’accusa di abuso d’ufficio. Ma anche qui il rimprovero è rimasto lettera morta soprattutto perché il Csm annunciava il procedimento disciplinare a carico di Bruti solo quattro giorni dopo che l’allora capo della procura aveva annunciato di andare in pensione. E’ la giustizia bellezza! (frank cimini e manuela d’alessandro)

 

 

“Il senso del tumore per la vita”, l’incontro del cronista Paolo Colonnello con l’eternità

 

La differenza tra il libro del giornalista sassofonista Paolo Colonnello e altri scritti da malati di tumore è che questo libro suona. Suona da quando l’amico chirurgo Tullio gli annuncia che “purtroppo è proprio un sarcoma, tra l’altro rarissimo” all’ultima scena sul “tetto che salva” dell’Istituto dei Tumori dove Paolo, finalmente “senza pigiama”, si commuove aspettando di esibirsi davanti agli oncologi che l’hanno curato, ai pazienti e agli amici.

C’è un brano di jazz che fa da contrappunto a ogni capitolo della sua immersione nel cancro, dove sul fondale incontra un nuovo, luminoso sé stesso e personaggi fantastici come l’infermiera battezzata Madre Regina per il  piglio con cui conduce il reparto “Rari e stravaganti” (“Forza, qual è la vena più bella?”) e angeli come German, il ragazzo biondo e bellissimo che ha depositato qui per sempre il suo sorriso e l’album fotografico postumo ‘I live’.

Paolo soffia note nel suo sax dopo la chemio, prima dell’operazione, in ogni angolo del libro, quelli pesti e quelli lucidi di speranza.

“”Ho un tumore e non posso che improvvisare sperando di rientrare sulla battuta giusta senza perdere il tema. Allora sarà la mia musica”. E la sua musica arriva, con la scoperta del senso del tumore per la vita.  Il cronista giudiziario un po’ cinico, l’uomo sano che non guardava la sua ombra correndo davanti all’Istituto e anzi, toccandosi per scaramanzia, diventa (o torna?) l’uomo bambino che, varcando la soglia dell’ospedale per un controllo, “nella città dei grattacieli e dei passi svelti trova il tempo per raccogliere foglie colorate e nasconderle tra le pagine di un libretto”.  Come un eroe buffo delle favole, Paolo incontra vagando con la flebo per i corridoi o steso sul letto chi lo accompagna in questo viaggio di iniziazione caduto nella sua età di mezzo: Dario, Michela Salvatore, i medici trentenni “stupendi, atletici, sicuri di sé”; l’allegro vicino di letto Giuseppe che con le sue mani preziose ha costruito la linea 2 della metro e che ora la vita castiga deformandogli i polsi; la dottoressa Maura del reparto infantile dei ‘Gufetti’ che gli racconta delle “gocce di splendore” lasciate dai suoi pazienti. E quella musica, che va gonfiandosi di un senso, un giorno lo fa piombare in pigiama nell’ufficio del direttore generale per proporgli una una rassegna di jazzisti da festival mondiale sul tetto dell’Istituto. E lui, tra di loro. “Ed eccolo entrare, salutare dei signori in camice bianco e in camice verde, ha persino invitato sua moglie e i suoi figli per ascoltare tutto quanto quest’uomo ha da dire con la musica… L’uomo è contento perché ha capito che non c’è nessuna colpa nella malattia…Si muove ormai con scioltezza in questo posto, ha dei nuovi amici e ringrazia il destino per avere avuto tutto ciò che gli è stato riservato perché lo ha accettato e riconosciuto come suo”. (manuela d’alessandro)

Il senso del tumore per la vita’ di Paolo Colonnello. Ed. Quatttro D, euro 16,90.

L”Agenda rivoluzionaria 2017″ di Steccanella, un inno quotidiano a chi ha cambiato il mondo

E’ in libreria l”Agenda Rivoluzionaria 2017′ (edizioni Mimesis, 16 euro) firmata dall’avvocato Davide Steccanella che fa rivivere per ogni giorno dell’anno la fiamma di piccole e grandi ribellioni passate e recenti avvenute in tutto il mondo.

- Davide, all’inizio dell’agenda citi questa frase diMichail Bakunin: “La rivoluzione è sempre per tre quarti fantasia e per un quarto realtà”. E’ proprio così?

- Bakunin e questa frase mi piacciono molto ma l’agenda lo smentisce! Basti pensare proprio alla rivoluzione russa di cui quest’anno ricorre il centenario. Da qualche parte c’è sempre un fermento rivoluzionario, la storia non si ferma e non si smette mai di lottare. Ho scoperto che sono successe nel mondo tante di quelle cose  che è stato complicato sceglierne una al giorno…

- Quali fonti hai utilizzato per trovare ogni giorno una data significativa?

- E’ stato un lavoro faticoso, durato più di un anno. La storia per me è una passione che ho ereditato dal papà. Ho consultato tonnellate di libri, giornali e documenti dell’epoca, l’archivo ‘Cipriani’ e altri e un interessante sito web che si chiama ‘Anarcopedia’, una specie di wikipedia anarchico.

- Perché in Italia, nonostante ci sia una progressiva compressione dei diritti, soprattutto sul lavoro, non si fa una rivoluzione?

- In Italia e nell’occidente manca l’idea di conquistare qualcosa collettivamente, nella storia le conquiste si sono fatte sempre lottando insieme. C’entra il fatto che la nostra società è fondata sull’individualismo ma anche che si è fatta un’opera di rimozione della ribellione. E’ importante che i giovani conoscano il passato. C’è un atteggiamento molto conformista, gli unici a protestare sono i grillini ma non hanno ideologie. Ho paura che non è che non ci sono più solo le ideologie ma nemmeno le idee.

- C’è ancora qualcuno che defineresti rivoluzionario nel nostro paese?

- I ragazzi del movimento No Tav per esempio. Il loro è un dissenso giudicato fastidioso perché oggi viene tollerato solo quello ‘interno’ al potere, il resto è criminalizzato.

- E’ vero che si nasce rivoluzionari e si muore pompieri?

- No! Tanti non hanno fatto questo percorso, ma di loro non si parla, si parla degli altri.

- Chiudiamo con una domanda personale. Cè una data che ha rivoluzionato la tua vita?

- Si, il 9 aprile 1986 quando mi sono fidanzato con un uomo e ho capito che la mia vita poteva essere bella lo stesso.

(manuela d’alessandro)

L’imbarazzo della Gdf, indaga sul Sole 24 ore con cui ha un accordo di formazione

C’è un aspetto che potrebbe mettere in imbarazzo la Guardia di Finanza chiamata a indagare sui conti del gruppo ‘Sole 24 Ore’, senza che ciò significhi un’automatica diminuzione della forza investigativa.  Un’inchiesta appena aperta dal procuratore Francesco Greco con l’iscrizione di un fascicolo a ‘modello 45′, per adesso senza indagati né ipotesi di reato, ma che è potenzialmente la più calda tra quelle in rampa di decollo.

Il 25 gennaio scorso l’allora comandante delle Fiamme Gialle Saverio Capolupo e Donatella Treu, all’epoca ad del gruppo editoriale, hanno siglato una convenzione di durata triennale che prevede, a titolo gratuito, l’accesso per i finanzieri a ‘Plus Plus 24′, l’immensa banca dati del gruppo editoriale, e la possibilità per i militari della Gdf di partecipare ai corsi e ai master targati Sole 24 Ore e di essere relatori a convegni organizzati dell’azienda di Confindustria. “Un’opportunità di straordinaria valenza”, aveva commentato Capolupo, poi sostituito dal generale Giorgio Toschi  alla guida del Corpo.

Al momento dell’intesa, c’erano almeno tre dipendenti del Gruppo che potrebbero essere chiamati in Procura a testimoniare su quanto accaduto negli ultimi anni alle finanze del Sole: oltre a Treu anche il direttore del quotidiano Roberto Napoletano e l’ex presidente del Gruppo Benito Benedini. (manuela d’alessandro)

i dettagli dell’accordo Gdf – Sole 24 Ore

gli esposti alla Consob che raccontano il crac del Sole 24 Ore

 

Nei 27′ di video Berlusconi – Polanco i licenziamenti in Mondadori, ‘Striscia’, la Georgia e molto altro

Striscia la notizia? Da chiudere, “costa troppo”. Balotelli? “Negro”. “Ho evitato la guerra tra Russia e Georgia”. “La gente è cattiva”. Signorini per quelle foto sul settimanale, “l’ho già chiamato, te lo giuro”. “Non ho mai preso in giro nessuno in vita mia”. Chi pronuncia queste frasi? Indovina.

LE FRASI RAZZISTE
“Una che va con un negro mi fa schifo, tu sei solo abbronzata, quello è proprio nero”, diceva Silvio Berlusconi. Ma quando? Il video, di cui vi abbiamo riferito in esclusiva ieri, è databile tra giugno e settembre 2011, ovvero 5 anni fa. L’inchiesta Ruby è già scoppiata, Raffaella Fico è fidanzata con Mario Balotelli, Berlusconi è presidente del Consiglio in carica, la stagione televisiva autunnale non è ancora iniziata. Lo si ricava dalla lettura dagli atti dell’indagine Ruby ter relativi alla conversazione avvenuta ad Arcore, e ripresa di nascosto da Marystelle Polanco. Ne sono protagonisti lo stesso Berlusconi, la soubrette Polanco e le sue colleghe Barbara Guerra, Concetta De Vivo, Aris Espinosa, e la giovanissima Iris Berardi. Il bomber Mario Balotelli non è ancora in rossonero, lo diventerà solo nel 2013, due stagioni dopo. Non sa ancora che in casa Berlusconi i giocatori di colore vengono definiti “negri” o ancora “negretti” (cit. Paolo Berlusconi 2013).

FICO E BALOTELLI
Tutte contro Raffaella Fico, ‘colpevole’ di lavorare troppo. La aiuti tu, accusano le giovani rivolte all’allora cavaliere, il quale si difende, “non la vedo da quattro mesi, lei ha trovato la sua strada”. “La dà a qualcuno”, maligna l’affilatissima Barbara Guerra. “Ma no, poi lei sta con Balotelli perché le è morto il padre da poco”. “Va in giro tutta vestita di nero”, chiosa Marystelle. “Appunto, e va in giro con Balotelli…” Risponde Berlusconi. Che Elogia la Fico: è brava, “lavora da tanto, è conosciuta, è bellissima”. Replica piccata Marystelle: “Se parliamo di bellezza quella c’ha due piedi grossi così, è nana, ha le vene varicose”. Sempre carine…

STRISCIA LA NOTIZIA
Le ragazze ce l’hanno con Antonio Ricci, che non le vede di buon occhio in Mediaset. Lo hanno incrociato da Bulgari, non le ha degnate di uno sguardo. Berlusconi: “Ma cos’è Bulgari?”. Con pazienza, la sedicente squattrinata Marystelle gli spiega che è un albergo in centro a Milano dove si va a fare aperitivi. È allora che Silvio annuncia: “Ti dico che quest’anno Striscia la Notizia potrebbe chiudere. Costa troppo”. Ma Silvio, Striscia è un bel programma, lo avverte l’esperta di tv Marystelle, “la Rai non la guarda nessuno, Mediaset va bene”. Sì ma costa, “forse si passerà dai telegiornali ai programmi della sera saltando Striscia”. “Mondadori deve licenziare il 30 per cento dei suoi dipendenti”, argomenta il Cav per spiegare il momento di difficoltà delle sue aziende, “sono preoccupatissimo”. Forse era davvero intenzione di Berlusconi chiudere un programma che è stato un simbolo delle sue televisioni. Non è poi andata così. Del resto spiega, “io in Mediaset non sono più presidente di niente”.

SIGNORINI E CHI
“Ma non hai chiamato Alfonso per quelle foto!”, lo attacca Concetta De Vivo riferendosi a un servizio fotografico posato che ritraeva lei e la gemella Eleonora col pancione. Si aspettavano di vederlo pubblicato immediatamente sul settimanale Chi. Non è ancora uscito. “Ma se ti dico che ho chiamato, ho detto che ci tenevo molto”, assicura Berlusconi. “Nella mia vita non ho mai oreso in giro nessuno”.

LO STATISTA
Nel video di 27 minuti c’è anche spazio per qualche sfogo. Berlusconi rivendica i suoi meriti, lamenta la cattiva pubblicità che gli ha provocato il caso Ruby. “Tutto quello che ho fatto da statista, ho evitato la guerra tra Russia e Georgia…tutto cancellato per questa storia del bunga bunga…”

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