giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Gip nega rinvio udienza a legale malato per Covid

Il gup milanese Natalia Imarisio ha negato il rinvio dell’udienza per legittimo impedimento all’avvocato Roberto Peccianti ammalato per Covid. Il pm aveva espresso parere contrario perché c’era già stato un rinvio in precedenza. Il giudice nel motivare il rigetto dell’istanza afferma che l’impedimento non era motivato dall’impossibilità di sostituzione con altro difensore. E aggiunge che il legale poteva avvalersi del difensore del coimputato considerando che la posizione dei due coimputati non era in conflitto.
L’udienza è proseguita e si è conclusa decidendo la prescrizione per un capo di inputazione per intervenuta prescrizione e il rinvio a giudizio per un’altra accusa. Al centro del processo vicende fiscali.
La violazione del diritto di difesa appare evidente nel momento in cui si nega all’imputato di farsi assistere dal legale di fiducia che aveva scelto e addirittura si suggerisce la sostituzione con l’avvocato del coimputato.
Il certificato con cui il legale documentava di aver contratto il Covid in pratica non è stato preso in considerazione nonostante l’emergenza virus non sia finita. Anzi.
E la decisione sembra dar ragione a chi propone di abolire l’udienza preliminare perché completamente inutile (frank cimini)

Sbianchetta un documento in Tribunale
E voilà il Tao è di nuovo nei guai

Il personaggio è uno che in tribunale, quando ce n’è bisogno, sa usare i fuochi d’artificio. E i colpi li mette a segno, non c’è che dire, se è vero per esempio quanto dichiarò a qualche mese fa a ‘la Zanzara’ su Radio24: “Il più grande criminale che ho difeso? Un politico della Prima Repubblica, un criminale vero, ma io l’ho fatto assolvere, una grande soddisfazione”. Carlo Taormina le aule di giustizia le ha viste da ogni angolatura. Da avvocato prima, da magistrato poi, infine di nuovo da legale. Ma pure da imputato. Le ultime due posizioni non sono affatto inconciliabili, per altro. Si può essere avvocato in un processo e imputato in un altro. Proprio quello che è capitato a lui. Tanto che gli impegni, nel caso che vi raccontiamo, si sono accavallati portandolo a cadere in un pasticcio che gli è costato una condanna a 10 mesi di reclusione, pena sospesa, per falso. Tutto per una cosa da poco, quasi uno scherzo da liceo: la sbianchettatura di un documento.

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