giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Doppia fuga dalla toga
L’addio ai grandi processi milanesi
per un alberghetto sul mare in Marocco

Questo post è stato letto 24078 volte.

Dibattimento Parmalat, fatto. Processo a Berlusconi, provato anche quello. E’ il momento giusto: fuga dalla toga. “Mollo tutto, lascio Milano, provo con una vita diversa, più semplice, a contatto con la natura e con gente normale”. Sara Caletti, molte volte in aula al fianco del professor Carlo Federico Grosso, a gennaio si è cancellata dall’albo degli avvocati. “Cambiare vita significa anche condividere momenti belli con le persone che incontri tutti i giorni. Incontrarle in aula per un processo, beh…”.
La vita diversa è un alberghetto sulla costa atlantica del Marocco, una decina di chilometri a sud di Essaouira. Località con un passato hippie (a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 vi lasciarono le proprie tracce Jimi Hendrix e Cat Stevens) che ha molto poco a che vedere con la severità del palazzo di Giustizia del Piacentini. Anche il marito di Sara è un avvocato, Alessandro Cesaris, socio dello studio Della Sala & Associati. “In epoca ormai remota ho seguito il processo di Piacenza per la strage del Pendolino (otto morti e quasi trenta feriti, ndr). Più di recente, come parte civile, il caso Aleotti-Menarini a Firenze (truffa ai danni dello Stato)”. Lui aspetterà giugno per cancellarsi dall’albo, quando la coppia si trasferirà. “Appena nostra figlia avrà finito la prima elementare. Dall’anno prossimo andrà alla scuola francese”, spiegano.
In Marocco hanno rilevato una proprietà affacciata sull’oceano, al margine di una spiaggia di surfisti. Si chiama Auberge de la Plage. Di turismo, dicono, non ne sanno niente. Un’altra sfida. “Non ero più disposto a fare un lavoro che occupa l’80% delle mie ore solo per guadagnare bene – confessa Alessandro. Non avevo neppure il tempo di godere dei frutti del mio lavoro. Non aveva senso, non mi interessava. Eppure non scappo da nulla, per me andare a vivere in un posto bello dove la natura è a portata di mano, più che una fuga è un’opportunità, una decisione pienamente libera. Certo, volevo rallentare”.
Quanto ha pesato vivere in una città come Milano sulla decisione di lasciare tutto? Per Alessandro poco: “Ci sto bene”. “Tanto – afferma invece lei. Milano, e la difficoltà di viverla come madre lavoratrice. E poi la burocrazia…in Marocco l’avventura parte da un livello di difficoltà zero, qui invece tutto è complicato”. Da legale di parte civile, Sara ha seguito gli obbligazionisti danneggiati dal crack Parmalat e l’attuale sindaco di Torino, Fassino, nel caso della famosa intercettazione trafugata ‘abbiamo una banca?’ che vede imputati Silvio e Paolo Berlusconi. Indossare la toga è sempre stata una passione, oltre che un lavoro. “Fare l’avvocato mi piace un casino – racconta abbandonando la compostezza lessicale delle arringhe – cancellarmi dall’albo è stato un momento duro. Ma è una scelta”. In bocca al lupo.

Leggi anche l’altra fuga dalla toga: da-avvocato-di-berlusconi-a-contradaiolo-la-seconda-vita-del-vice-ghedini

Categoria: Nera