giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

‘Il caso Kellan’ di Vanni, giallo perfetto tra il Palazzo e la Milano segreta

Questo post è stato letto 9857 volte.

Un delitto così, nemmeno a Palazzo di Giustizia di Milano l’hanno mai visto. Kellan Armstrong, il figlio diciannovenne del console americano, viene ucciso nella ‘buca dei froci’  zona parco Sempione, dove da qualche mese la banda degli ‘Spazzini’, ornata di passamontagna e manganelli, mette in scena i suoi raid omofobici.

Ma nel ‘Caso Kellan’ firmato dal cronista giudiziario di ‘Repubblica’ Franco Vanni, c’è molto del ‘nostro’ Palazzo di Giustizia. Dall’arguta pm Maria Cristina Tajani impegnata sul caso, “capelli corvini alla Elvis Presley, labbra cariche di rossetto rosso”, soprannome “la scassacazzo” (la mente corre a 3-4 pm ‘reali’,  ma non ve li diciamo) alle code dei “fannulloni” alle macchinette a quei certi tardo pomeriggi gotici di gelida desolazione nei corridoi, ben noti a chi li bazzica.

C’è anche molto della Milano nascosta dei giovani ricchi,  che in realtà basta avvicinarsi un po’ al bancone degli aperitivi o suonare il citofono di un palazzo di lusso per scoprirla, come fa Steno Molteni da Bellagio, il giornalista ragazzo del settimanale di nera ‘La Notte’. Per un paio d’ore alla sera mago dei cocktail nell’albergo ‘Villa Garibaldi’ dove alloggia e per il resto alle prese col primo scoop della sua fresca carriera gentilmente offerto  dall’amico poliziotto ‘Scimmia’.

Vanni sa raccontare con l’intensità e la leggerezza della neve che scende su ogni pagina della storia in una danza che ora copre, ora svela l’intrigo, offrendo a un giallo costruito con tutti i rigori del genere un soffio di poesia e uno scenario perfetto dove l’autore mostra di essere cresciuto di una spanna nell’analisi psicologica dei personaggi rispetto al già felice esordio del ‘Clima ideale’, premiato come migliore esordio italiano alla trentesima edizione del Festival du Premier Roman de Chambéry.

Se Steno è il protagonista dinamico e sfrontato e Scimmia la sua spalla, la mamma di Kellan e il cuoco vietnamita della Cia Han sono le ombre intriganti della storia, i personaggi che abbiano amato di più: lei col suo iniziale dolore compunto da dama borghese che esonda lento come il rollio della neve  e lui che con raffinato pudore mette a disposizione il suo talento investigativo al  vecchio amico console.  E come dimenticare Sabine, la fotografa mezza eritrea ma più milanese che si si muove come una Margot sinuosa accanto al suo Steno. E poi, sì, c’è l’assassino, ma quello non lo beccate facilmente. Arriverete alla fine con la bava alla bocca, quella che ti fanno venire i gialli di cui strapperesti le ultime 3o pagine per capire chi è. (manuela d’alessandro)

 

‘Il caso Kellan’ di Franco Vanni, editore Baldini + Castoldi., 323 pagine, 17 euro. Si può acquistare anche alla Libreria L’Accademia, corso di Porta Vittoria 14, e alla libreria Cultora, via Lamarmora 24. 

Categoria: Nera, recensioni